Omerovic, la pista dei pm: quel controllo è degenerato. Via i capi del commissariato

Il blitz irregolare aveva lo scopo ufficioso di prevenire un raid punitivo dei residenti

Omerovic, la pista dei pm: quel controllo è degenerato. Via i capi del commissariato
di Valeria Di Corrado e Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Sabato 17 Settembre 2022, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 12:10

Un controllo degenerato, avviato in maniera non consueta e, soprattutto, finito nel peggiore dei modi. Probabilmente l’obiettivo dei poliziotti era prevenire una spedizione punitiva da parte di alcuni residenti di Primavalle nei confronti di Hasib Omerovic, ma la situazione potrebbe essere sfuggita loro di mano.

È questa la pista battuta dalla Procura di Roma che indaga con la Squadra mobile per tentato omicidio e falso sul caso del 36enne sordomuto di etnia rom volato giù dalla finestra della sua camera da 9 metri di altezza dopo che quattro agenti in borghese si erano presentati nella sua abitazione, il 25 luglio scorso, formalmente per una identificazione.

 
Che quel “blitz” nato dopo un post apparso il giorno prima sulla pagina Facebook del quartiere in cui Hasib veniva accusato di molestare donne e ragazzine, possa non avere rispettato la procedura prevista in questi casi, sembra trovare conferma nell’avvicendamento disposto ieri dal Dipartimento di Pubblica sicurezza del dirigente del commissariato, Andrea Sarnari, e del suo vice, Laura Buia destinati ad altri ruoli di ufficio nella Capitale. Già nominato il nuovo capo, si tratta di Roberto Ricciardi in arrivo dalla Questura di Viterbo. 


«Una misura organizzativa - ha fatto sapere il Dipartimento - che si è resa necessaria per consentire una riorganizzazione delle attività e al fine di ristabilire un clima adeguato all’interno del Distretto».

Precisando altresì che «il nuovo dirigente, selezionato e dotato della necessaria esperienza, si insedierà nell’immediatezza».

 


IL VIDEO
Alla base del provvedimento, dunque, vi sarebbero ragioni di opportunità, condivise anche con gli inquirenti, mentre restano al loro posto, almeno per il momento, in attesa anche degli sviluppi dell’inchiesta, i quattro poliziotti (tra cui una donna) già indagati. Per loro potrebbero profilarsi differenti gradi di responsabilità. Sarà determinante a tal fine il video girato con lo smartphone da uno degli agenti nella abitazione di Hasib. Lui sostiene che li scagionerà dalle accuse (una sorta di prova regina) ma, di fatto, non lo ha ancora depositato al pm Stefano Luciani. 
L’ordine di cercare il rom dopo i commenti inferociti sul web, sarebbe stato impartito dalla Buia, ascoltata mercoledì dagli inquirenti come persona informata sui fatti. La funzionaria potrebbe incorrere nella contestazione di avere dato un ordine illegittimo. Né lei, né il primo dirigente, sono indagati, fatto sta che nella relazione di servizio quanto accaduto a Hasib era stato definito come un tentato suicidio.


LA PERIZIA
Intanto, la Procura ha intenzione di chiedere una perizia psichiatrica su Sonita, la sorella di Hasib, presente quel giorno durante l’intervento della polizia. La ragazza, trentenne, è di fatto l’unica testimone oculare ed è lei che accusa i poliziotti di avere picchiato e lanciato dalla finestra il fratello. Tuttavia è affetta da un grave ritardo cognitivo che rischia di minare l’attendibilità della sua versione. Altro step nell’indagine sarà quello di cristallizzare in un incidente probatorio il racconto di Hasib, non appena le condizioni di salute glielo permetteranno. Il 36enne è ancora ricoverato al policlinico Gemelli guardato a vista da agenti in borghese. Il timore è, infatti, che possa subire condizionamenti o minacce. 


Su di lui, d’altronde, si erano riversati rabbia e sospetti a Primavalle per quei presunti episodi di molestie sessuali nei confronti di donne e, addirittura, minorenni, riportati in parte anche sui social. «L’ho visto con i miei occhi - racconta una mamma al parco Dominique Green - mentre cercava di guardare dalle finestre della scuola elementare Rosetta Rossi. Era inverno, lo dissi alle cuoche che chiamarono la dirigente».

E ancora: «Il marito di una mia amica - dice un’altra donna - lo ha preso a schiaffoni perché non la smetteva di fare foto alla moglie». Non basta. I racconti si accavallano, i più disparati: «A me ha mimato il gesto di un rapporto orale offrendomi 20 euro», spiega una ragazza di origine africana. «Spiava i ragazzini del centro estivo», incalza un’altra. Tra i commenti su Facebook qualcuno avrebbe scritto di «gesti osceni» davanti a un asilo. Tutte segnalazioni che, però, non hanno mai trovato riscontro in denunce vere e proprie. Insomma, il clima a Primavalle, a luglio, per Hasib si era fatto esplosivo. E non è escluso che al commissariato siano arrivate pressioni o minacce di ritorsioni nei confronti del ragazze o che, addirittura, tra le vittime delle presunte molestie ci sia la figlia di un “pezzo grosso” del quartiere. Sembrerebbe, invece, escluso che possa essere la parente di un poliziotto. 

 

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