Roma, maxi-rissa in una partita di calcio giovanile. Il Montespaccato: «I responsabili a pulire il Parco Paparelli e il centro anziani»

La scazzottata è avvenuta alla conclusione della finale regionale di calcio under 18 giocata sul campo neutro di Albano Laziale. La società del Montespaccato: «I responsabili verrano utilizzati per lavori socialmente utili tra cui la pulizia del giardino Vincenzo Paparelli

la maxi rissa in campo ad Albano laziale
di Raffaele Marra
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Maggio 2023, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 11:47

Conclusione della finale regionale Under 18, il Montespaccato ha appena giocato e perso 2-1 contro la Boreale Don Orione che si è appena aggiudicata il titolo regionale ed è passata alle fasi nazionali. Appena l’arbitro fischia si scatena il finimondo, volano parole grosse, spintoni, in campo alcuni dei ragazzi arrivano anche “alle mani”. Si scatena una maxi-rissa all'interno del rettangolo di gioco che ha visto coinvolti calciatori e dirigenti di entrambe le squadre. C'è voluto l'intervento delle forze dell'ordine per placare gli animi. 

A Montespaccato un'ora di parcheggio costa 10 Ave Maria

La scena ripresa dalle telecamere finisce su tutte le televisioni locali. Poche ore dopo la decisione della società di calcio del Montespaccato che sui suoi profili social prende le distanze dall’accaduto e rende noti i provvedimenti con un cominato per i tesserati che hanno violato il Codice Etico del Club (ricordiamo che la Polisportiva riveste un particolare esempio perchè nel giugno 2018, fu sequestrato alla criminalità organizzata del clan Gambacurta nell’ambito dell’operazione “Hampa”e affidata alla gestione dell’Asilo Savoia del presidente Monnanni, ndr): “La Società Montespaccato calcio dando seguito a quanto già comunicato subito dopo la conclusione della finale regionale Under 18, rende noto che gli atleti responsabili, individuati oltre che attraverso l’audizione dei componenti dello staff presenti in campo anche grazie alla registrazione video degli episodi, a seconda del diverso grado di partecipazione agli eventi occorsi, oltre a non essere utilizzati per una o più gare della Coppa Lazio, verranno contestualmente inseriti ed utilizzati in attività sociali di pubblica utilità, analogamente in quanto la Polisportiva Dilettantistica Montespaccato realizza da tempo attraverso l’istituto della “messa a prova”, quali la pulizia del Giardino “Vincenzo Paparelli” ed altre rivolte alla rete “Montespaccato Solidale. Crediamo sia importante dare risposte tempestive - continua il comunicato della società del presidente Massimiliano Monnanni - serie e allo stesso tempo di valenza educativa a fenomeni ormai ricorrenti nel calcio dilettantistico giovanile e ci auguriamo che tale impostazione non resti una sorta di “esclusiva” del Montespaccato Calcio ma divenga una pratica standardizzata e comune per comportamenti similari a quelli registrati.

La Polisportiva vuole sottolineare e ribadire la reciproca e fattiva collaborazione in atto e rinnovata anche in questa circostanza con la Boreale Don Orione, che tramite il suo presidente ha personalmente ringraziato il Montespaccato, per la sportività ed educazione che ne contraddistingue da sempre l’operato».

Un comportamento tra i giovani, quello violento, condannato più volte anche dagli educatori scolastici, ma che vedono nei lavori socialmente utili, solo una parte del percorso da attuare contro i ragazzi, uno su tutti il professore di un liceo scolastico romano Carlo Scognamiglio: «Anche lo Statuto delle studentesse e degli studenti prevede in certi casi il ricorso alla riparazione del danno o a esperienze di volontariato come reinterpretazione del percorso sanzionatorio. Tuttavia, se il rapporto tra il danno e la sua riparazione è chiaro, bisogna evitare che il volontariato venga interpretato come una "pena da scontare". In questi casi sarebbe importante la mediazione di un pedagogista, e provare anche a indagare meglio le ragioni dei comportamenti violenti, introducendo un lavoro di counseling, considerando anche il contesto di provenienza.  Senza tutto questo, i lavori socialmente utili potrebbero essere addirittura controproducenti, perché  interpretati come volontà  di stigmatizzare e umiliare. Cosa del tutto estranea allo spirito di queste soluzioni». A condannare l’accaduto anche il presidente dell’Anp Roma (associazione nazionale presidi) il professore Mario Rusconi: «Di fronte all’espandersi di forme di violenza o di aggressività fisica oppure attraverso i social è importante che le istituzioni reagiscano, in primo luogo la scuola, nel caso poi che avvengano fuori della scuola è importante che si stabiliscano dei principi, chi crea un danno o fa un’aggressione o determina una situazione di conflitto ha il dovere di riparare moralmente e fisicamente e anche in maniera pecuniaria a volte, il danno provocato. Da anni nella scuola si attuano forme di recupero del danno anche con forme di ristoro fisco, ragazzi che hanno rovinato un banco sono stati sanzionati con la pulizia dell’aula per una settimana o chi ha sfondato una porta, l’ha portata a casa per farla ripara dal falegname. La scuola deve avere il polso fermo nel dare sanzioni che abbiamo un forte valore educativo e formativo per ricordare ai ragazzi che la vita è fatta di regole e vanno rispettate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA