Roma, trascina l'ex al parco e la massacra di botte: «Non dovevi lasciarmi». Presa a calci, pugni e bottigliate

La donna stanca di subire aveva troncato la relazione: ma il romeno la perseguitava

Roma, trascina l'ex al parco e la massacra di botte: «Non dovevi lasciarmi». Colpita con pugni, calci e bottigliate
di Raffaella Troili
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Domenica 26 Marzo 2023, 00:07

Calci, pugni e bottigliate al viso. Ancora violenza nel parco del Pineto, all’Aurelio, stavolta ai danni di una donna che aveva troncato una relazione dopo 4 mesi di soprusi e minacce. Lui, C.C., un romeno di 36 anni non si rassegnava alla fine della storia, con quella donna più grande che non ne voleva sapere più niente di lui dopo esser stata offesa e picchiata per mesi, sotto l’effetto dell’alcol. 

Era diventato ossessivo: «Mi minacciava di morte, mi perseguitava a tal punto che avevo paura di uscire, così evitavo le sue richieste di incontrarci», ha detto la vittima, italiana, 69 anni.

Il 14 febbraio, il giorno di San Valentino, l’uomo le ha teso un agguato: ha aspettato che uscisse e tornasse dopo le compere e «una volta scesa dall’autobus, mi ha preso per un braccio e trascinato a forza dentro il Parco del Pineto dove ha infierito su di me con calci, pugni, ferendomi al viso e alla testa con una bottiglia di vetro».

La donna è stata massacrata di botte e l’aggressione è terminata solo perché tre uomini sono arrivati in suo soccorso: ha riportato fratture, lesioni e contusioni in pressoché tutto il corpo giudicate guaribili in 40 giorni. Una diagnosi da brividi: frattura dell’ulna sinistra, lesione da sguantamento di un dito, ferite lacero contuse al cuoio capelluto, contusioni multiple (cranio, volto, entrambe le mani, avambraccio sinistro). Nei giorni immediatamente successivi la vittima ha chiesto aiuto e sporto denuncia ai carabinieri della Stazione di Roma Madonna del Riposo che hanno celermente avviato le indagini e sono risaliti a C.C. procedendo all’arresto, vista l’indole violenta mostrata dall’uomo e il pericolo di reiterazione dei reati. 

L’ASSEDIO
Dopo aver troncato la relazione la donna aveva trovato riparo nella casa di riposo Il Cigno di via Gioacchino Ventura. Ma il suo ex andava a chiedere di lui tutti i giorni. «Mi minacciava di morte se non fossi tornata con lui, voleva parlare sempre e io mi rifiutavo impaurita. Ogni volta che uscivo temevo che mi seguisse per aggredirmi, sapevo che prima o poi l‘avrebbe fatto era diventato ossessivo ed io ero in preda all’ansia».
E così è stato, l’uomo alla fine è riuscito a trascinarla nel parco del Pineto per picchiarla selvaggiamente. Per questo, e per i ripetuti atti persecutori andati avanti per mesi (molestie e minacce di morte) per lui è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

La donna ha raccontato che il suo aguzzino sotto l’effetto dell’alcol la molestava, offendeva, minacciava e picchiava di continuo. A tal punto che a ottobre esasperata aveva interrotto quella loro relazione diventata spaventosa. «Mi minacciava di morte, uscivo sempre meno, avevo paura della mia ombra, lui mi perseguitava».

L’EMERGENZA
Resta l’emergenza sicurezza nel parco del Pineto dove aggressioni e raid sono sempre più frequenti. Il 6 febbraio un 50enne disabile è stato avvicinato da tre ventenni con un scusa trascinato per il cappuccio, picchiato a sangue e rapinato dietro una siepe, in pieno giorno. Residenti e commercianti lamentano: «Il parco è diventato invivibile, assediato da gang, prostituzione e gioco d’azzardo. Una terra di nessuno dove è facile compiere aggressioni e pestaggi, c’è anche chi ha paura di denunciare».

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