Natascia Glaudi, oggi 51enne, aveva beneficiato di una riduzione di pena per omicidio preterintenzionale in Corte di assise d’appello nel 2004: dai 20 anni inflitti in primo grado a 11 comminati definitivamente. Ma in carcere aveva scontato appena un anno, mandata ai domiciliari perché madre di alcuni bambini. Alla giostraia originaria di Arezzo, ma residente ad Aprilia (Latina), a pochi passi da Roma, la condanna non è bastata per farla desistere dal tornare a compiere le rapine al narcotico ai danni di anziani, meglio se ultraottantenni, indeboliti nel fisico e indifesi. La donna è di nuovo finita dietro le sbarre insieme con una complice, Meghi Lucchesi, trentenne nata a Campobasso, anche lei di Aprilia, sua complice. Una terza donna, Jacqueline Guarnieri, 32 anni, è indagata. L’arresto è avvenuto al termine di una minuziosa inchiesta dei carabinieri coordinati dalla Procura su una serie di colpi al narcotico messi a segno tra i quartieri di Bravetta, Monteverde, Tuscolano e Tor Pignattara, a Roma. Undici le rapine e un furto accertati dai militari della compagnia Trastevere in sei mesi di indagini, da settembre ai primi di marzo. Ma il timore è che i raid portati a termine siano molti di più e non sempre denunciati.
Baci e limoncello
Le due donne non avevano alcuno scrupolo: carpivano la fiducia delle vittime, qualche volta offrivano loro anche un regalo (una pianta di stelle di Natale, per esempio, sotto le Feste).
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Una delle due donne, dopo averlo avvicinato con una scusa in strada e averlo convinto a rientrare a casa in sua compagnia, lo avrebbe narcotizzato con una bevanda che aveva probabilmente stupefacente o altro narcotico, e, approfittando del suo stato di confusione gli portava via il bancomat, i soldi e il cellulare per evitare che potesse chiamare i soccorsi. Il novantenne, probabilmente a causa dell’età e dell’eccessivo uso di narcotico, è rimasto a letto per circa due giorni. A dare l’allarme ai carabinieri sono stati i familiari, preoccupati perché non riuscivano in alcun modo a contattarlo. All’interno dell’abitazione della vittima, trovata a soqquadro, i carabinieri del Nucleo operativo di Trastevere e della stazione di Bravetta hanno rinvenuto una ricetta medica e lo scontrino di una farmacia della zona dove l’anziano era stato poco prima. Ed è passando al setaccio le immagini delle telecamere della farmacia e di altri esercizi commerciali del quartiere che gli investigatori sono riusciti a ricostruire la fase di adescamento della vittima e ad individuare la macchina utilizzata dalle indagate: una Panda. Le indagate prestavano molta attenzione a far sparire qualsiasi traccia del loro passaggio, compresi i bicchieri nei quali veniva disciolto il narcotico somministrato alla vittima. In uno dei colpi i carabinieri sono riusciti a recuperare anche le fedi nuziali sottratte ad una signora ottantenne, che le custodiva gelosamente in ricordo del marito defunto. Il gip del Tribunale di Roma ha ritenuto che sussista il pericolo che la banda possa compiere altri reati simili. Le due hanno una «elevata capacità e professionalità a delinquere» con «un’accurata pianificazione dei reati». Della Glaudi dice che aveva una «assoluta insensibilità». E la coppia viene definita dalla «elevata caratura criminale». Così, si sono aperte per loro le porte del carcere.
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