Non solo reticolati con filo spinato, ora sono comparse anche barriere in cemento. «Neanche fossimo a Kiev...» borbotta Paolo Arlotti, 57 anni, mentre impasta la pizza. Dopo aver passeggiato su via delle Fornaci viene davvero da chiedersi se sia finita la serena convivenza tra il quartiere e la delegazione russa. Siamo a meno di due chilometri da San Pietro, in una strada fondamentale per la viabilità del Centro, la strada che porta al Vaticano e che costeggia Villa Abamelek, residenza dell’ambasciatore di Mosca da sempre.
Chiusa la via per San Pietro
Poco dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, la sicurezza è stata rafforzata con nuove recinzioni.
COME IN UN FILM DI SPIE
Berlen - con ironia - ieri mattina si sarà sentito un po’ come quelle spie internazionali dei film ambientati ai tempi della cortina di ferro: pronte all’azione. E così, insieme ad altri commercianti del quartiere, ha scavalcato le barriere in cemento della zona super sorvegliata e ha protestato a pochi passi dall’ambasciata russa. «Ma non davanti all’entrata dove ci sono i militari, mica volevamo creare incidenti diplomatici...» ha aggiunto. Il muro sta per crollare o no? Chi ha allertato i vigili del fuoco? Erano queste le domande più ricorrenti ieri in via delle Fornaci. «C’è questa entità astratta – dice sorridendo Arlotti che ha una pizzeria a taglio e che ieri ha protestato insieme agli altri – che ha chiamato i pompieri per denunciare il rischio crollo del muro della villa: non sappiamo davvero chi sia, si parla di un residente di via delle Fornaci, sappiamo solo che i nostri affari colano a picco». Tra le voci che girano nel quartiere c’è quella secondo la quale la strada sarebbe stata chiusa anche per assicurare più sicurezza all’ambasciatore russo in questo periodo di crisi internazionale. A smentire l’affascinante quanto infondata ipotesi è la presidente del XIII Municipio, Sabrina Giuseppetti (Pd). «Il verbale dei vigili del fuoco dice che il muro è a rischio crollo, quindi la strada va chiusa, il vero punto sono i lavori dell’ambasciata russa che dopo più di un mese non sono ancora iniziati».
IL DOCUMENTO
È del 27 ottobre il documento dei pompieri inviato al Municipio e alla polizia locale nel quale si legge: «Il muro di contenimento è fortemente inclinato e con diffuse fessurazioni». A «tutela della pubblica e privata incolumità» è stata quindi disposta, in attesa dei lavori di messa in sicurezza, «l’interdizione al traffico veicolare e pedonale per 250 metri su via delle Fornaci». Il Municipio subito dopo la chiusura ha inviato all’ambasciata russa una diffida chiedendo di procedere con i lavori. E perché il cantiere non è ancora aperto? «Non so che problemi ci siano, c’è chi dice che l’ambasciata non abbia i soldi, di sicuro ci sono anche problemi di burocrazia» risponde Giuseppetti che ha allertato da subito il Comune. La scorsa settimana il sopralluogo con una delegazione dell’ambasciata, del Municipio e del Campidoglio. «Sembrava che l’ambasciata stesse per presentare la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) del cantiere, ma fino a due giorni nessuna novità». C’è chi dice che l’ambasciata stia aspettando il nullaosta da Mosca per impegnare i fondi. A protestare anche Fabio Granati del ristorante i “Quattro Mori” di via di S. Maria alle Fornaci: «Non ci sono più clienti, c’è un enorme problema anche per il traffico, senza parlare poi dei disagi per raggiungere l’ospedale Bambino Gesù».