Roma, l’ambasciata russa non fa riparare il muro: chiusa la via per San Pietro. «Siamo senza fondi»

Pericolante il perimetro della residenza ufficiale: disagi e traffico impazzito in via delle Fornaci

Roma, l’ambasciata russa non fa riparare il muro: chiusa la via per San Pietro
di Laura Bogliolo
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Sabato 3 Dicembre 2022, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 16:28

Non solo reticolati con filo spinato, ora sono comparse anche barriere in cemento. «Neanche fossimo a Kiev...» borbotta Paolo Arlotti, 57 anni, mentre impasta la pizza. Dopo aver passeggiato su via delle Fornaci viene davvero da chiedersi se sia finita la serena convivenza tra il quartiere e la delegazione russa. Siamo a meno di due chilometri da San Pietro, in una strada fondamentale per la viabilità del Centro, la strada che porta al Vaticano e che costeggia Villa Abamelek, residenza dell’ambasciatore di Mosca da sempre.

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Chiusa la via per San Pietro

Poco dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, la sicurezza è stata rafforzata con nuove recinzioni.

Da più di un mese, inoltre, un tratto di strada è stato chiuso, sbarrato. Ed è questo ora, il vero tema in quest’angolo di Roma. Due giorni fa al posto delle transenne (venivano spostate dagli automobilisti per transitare) sono stati installati pesantissimi new jersey che impediscono il passaggio anche ai pedoni. «I vigili del fuoco hanno stabilito che il muro di Villa Abamelek è pericolante e così dal 27 ottobre hanno chiuso un tratto di via delle Fornaci: non sappiamo fino a quando, nessuno ce lo ha comunicato, intanto il traffico è impazzito, è difficile raggiungere anche l’ospedale Bambino Gesù, infine noi commercianti possiamo dire addio ai clienti». È indignato Vincenzo Berlen 54 anni, del ristorante “Dai miei” che gestisce con la moglie Daniela. «Da quello che sappiamo, l’ambasciata dovrebbe ricevere fondi da Mosca per mettere in sicurezza il muro - aggiunge - ma è chiaro che la Russia abbia altro a cui pensare in questo momento di grande crisi: lo capiamo, certo, alla fine però siamo noi a pagarne le conseguenze». Sulla via c’è un bar con le serrande abbassate e il cartello con la scritta “Chiuso per chiusura strada”. 


COME IN UN FILM DI SPIE
Berlen - con ironia - ieri mattina si sarà sentito un po’ come quelle spie internazionali dei film ambientati ai tempi della cortina di ferro: pronte all’azione. E così, insieme ad altri commercianti del quartiere, ha scavalcato le barriere in cemento della zona super sorvegliata e ha protestato a pochi passi dall’ambasciata russa. «Ma non davanti all’entrata dove ci sono i militari, mica volevamo creare incidenti diplomatici...» ha aggiunto. Il muro sta per crollare o no? Chi ha allertato i vigili del fuoco? Erano queste le domande più ricorrenti ieri in via delle Fornaci. «C’è questa entità astratta – dice sorridendo Arlotti che ha una pizzeria a taglio e che ieri ha protestato insieme agli altri – che ha chiamato i pompieri per denunciare il rischio crollo del muro della villa: non sappiamo davvero chi sia, si parla di un residente di via delle Fornaci, sappiamo solo che i nostri affari colano a picco». Tra le voci che girano nel quartiere c’è quella secondo la quale la strada sarebbe stata chiusa anche per assicurare più sicurezza all’ambasciatore russo in questo periodo di crisi internazionale. A smentire l’affascinante quanto infondata ipotesi è la presidente del XIII Municipio, Sabrina Giuseppetti (Pd). «Il verbale dei vigili del fuoco dice che il muro è a rischio crollo, quindi la strada va chiusa, il vero punto sono i lavori dell’ambasciata russa che dopo più di un mese non sono ancora iniziati».

IL DOCUMENTO

È del 27 ottobre il documento dei pompieri inviato al Municipio e alla polizia locale nel quale si legge: «Il muro di contenimento è fortemente inclinato e con diffuse fessurazioni». A «tutela della pubblica e privata incolumità» è stata quindi disposta, in attesa dei lavori di messa in sicurezza, «l’interdizione al traffico veicolare e pedonale per 250 metri su via delle Fornaci». Il Municipio subito dopo la chiusura ha inviato all’ambasciata russa una diffida chiedendo di procedere con i lavori. E perché il cantiere non è ancora aperto? «Non so che problemi ci siano, c’è chi dice che l’ambasciata non abbia i soldi, di sicuro ci sono anche problemi di burocrazia» risponde Giuseppetti che ha allertato da subito il Comune. La scorsa settimana il sopralluogo con una delegazione dell’ambasciata, del Municipio e del Campidoglio. «Sembrava che l’ambasciata stesse per presentare la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) del cantiere, ma fino a due giorni nessuna novità». C’è chi dice che l’ambasciata stia aspettando il nullaosta da Mosca per impegnare i fondi. A protestare anche Fabio Granati del ristorante i “Quattro Mori” di via di S. Maria alle Fornaci: «Non ci sono più clienti, c’è un enorme problema anche per il traffico, senza parlare poi dei disagi per raggiungere l’ospedale Bambino Gesù». 

 

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