Da Roma alle vette più alte: la storia di Laura, campioncina d'arrampicata

Da Roma alle vette più alte: la storia di Laura, campioncina d'arrampicata
di Cristina Montagnaro
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Sabato 21 Gennaio 2017, 13:50 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 18:57

Laura Rogora, classe 2001, nata a Roma nel quartiere Casal Bernocchi, ha iniziato a scalare a 5 anni grazie alla passione ereditata dai genitori ed è diventata campionessa italiana di arrampicata, la prima italiana a compiere una via difficile come la 9a proprio in falesia, a Gaeta. Una piccola e grande campionessa romana, che si lancia con caparbietà e tecnica verso nuove sfide.
 


Per raccontare le vette che scala sarà ospite nella trasmissione in onda su Rai3 “Kilimangiaro” domenica 22 gennaio alle ore15. La giovane racconta al Messaggero come è iniziato tutto. «Mi piace arrampicare - rivela Laura - perché mi fa sentire libera, quando trovo le vie è sempre una sfida con me stessa. Il ricordo più forte è  la prima volta che arrampicavo ero con mio padre e sulla via di ritorno non volevo più muovermi e mi sono messa a piangere, ma poi una volta a terra non vedevo l’ora di risalire, e volevo sempre riprovare e  riprovare e alla fine ci sono riuscita».

E infatti le prime arrampicate le ha fatte insieme al papà Enrico Rogora, professore di matematica alla Sapienza di Roma, proprio nei dintorni della città, le falesie di Gaeta, rocce alte 30 e 40 metri, o quelle di Sperlonga, La Grotta dell’Arenauta, o vicino Rieti, o nella Ciociaria sono diventate le sue palestre. E’ diventata campionessa italiana della specialità Lead e Boulder (è una specialità molto giovane che si pratica in strutture alte fino a 5 metri  con i materassi in fondo e senza la corda).

Laura è appena tornata dalla Spagna, dove è andata con i suoi compagni di arrampicata a scalare belle falesie: «mi sono molto divertita, e ho completato vie difficili come una 8c e una 8c+».

Non appena finisce la scuola non vede l’ora di andare ad allenarsi. Si allena 5 giorni la settimana: 3 in una palestra  vicino casa, tra la Colombo e Ostia, sotto l’occhio vigile di Alessandro Marocchi, che coordina i suoi allenamenti e gioisce dei suoi progressi.

Voce minuta di una giovane ragazza, ma con una passione enorme. Sempre molto concentrata e infatti confida il padre - tra i pregi dell’ atleta la tecnica, ma anche la testa. Il papà di Laura, professore di matematica spiega: « una delle qualità di Laura è quella mentale, lei sa leggere molto bene la roccia, con una fantasia e creatività particolare risolve problemi, e trova  soluzioni; in questo c’è una forte analogia tra matematica e arrampicata, perché molte volte per risolvere un problema, la strada migliore non è quella scontata».

«L’arrampicata mi piace perché sono a contatto con la natura», racconta Laura e infatti i genitori la seguono e la supportano in tutte le gare e appena possibile raggiungono insieme le falesie più vicine a casa, perché Laura ama l'arrampicata outdoor, come le falesie di Gaeta.
E infatti è proprio a Gaeta, che ha compiuto “Grandi Gesti”, diventando la prima scalatrice italiana a salire un 9a. È anche una delle più giovani scalatrici ad aver chiuso un 8b “a vista” (Batuka a Margalef e Codigo Norte a Santa Linya): “se fosse per lei sarebbe sempre in giro per arrampicare”.

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