Roma, giovane gay aggredito da un marocchino a colpi di bottiglia in nome dell'Islam

Roma, giovane gay aggredito da un marocchino a colpi di bottiglia in nome dell'Islam
di Paola Vuolo
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Domenica 9 Ottobre 2016, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 15:11
Aggredisce un brasiliano in nome dell'Islam a colpi di bottiglia perché è gay. Ma si ferisce e corre al pronto soccorso per farsi medicare. La polizia lo scopre e Mostaphà, 29 anni, marocchino, viene arrestato. L'aggressione risale a qualche giorno fa, la lite fra i due stranieri incomincia in un bar della Cassia, il brasiliano è con alcuni amici e il marocchino lo insulta perché è gay: «Sei gay vergognati, vattene da qui». La lite sembra finita nel bar, ma una volta fuori Mostaphà assale il brasiliano e lo ferisce al collo con una bottiglia rotta. La vittima reagisce e ferisce il marocchino al volto con un bicchiere. Il brasiliano perde molto sangue, qualcuno chiama il 118 e il brasiliano viene ricoverato all'ospedale san Pietro e opertato d'urgenza.

LE TELECAMERE
Sull'aggressione indaga la polizia, gli agenti del commissariato Ponte Milvio trovano in un cassonetto poco lontano dal locale la bottiglia insanguinata e riescono a identificare il marocchino grazie alle testimonianze e ai filmati delle telecamere della zona. Ma il marocchino aveva fatto perdere le proprie tracce. La polizia scopre che il fuggiasco ha una compagna e piombano in casa della donna, che rivela di avere visto Mostaphà con un taglio in viso qualche giorno prima e dice anche che aveva gli abiti sporchi di sangue. Ma anche lei, non sa dove è adesso l'uomo. I poliziotti hanno il numero del cellulare del marocchino e l'apparecchio viene messo sotto controllo.
Proprio una telefonata alla donna permette agli investigatori di rintracciare il ricercato. L'uomo la chiama per dirle che è in ospedale a controllare la ferita al volto. La telefonata viene dal San Gallicano, dove i poliziotti si precipitano e arrestano il marocchino. Contro di lui, il gip ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'ipotesi di tentato omicidio con l'aggravante dei motivi abietti.
L'uomo dopo essere stato curato e dimesso con una prognosi di 9 giorni, è stato portato al carcere di Regina Coeli.