Zuccherificio, l'assemblea di Ascom boccia il progetto di Coop Centro Italia ma la maggioranza in Comune vuole portare il progetto al voto prima del 12 giugno

Zuccherificio, l'assemblea di Ascom boccia il progetto di Coop Centro Italia ma la maggioranza in Comune vuole portare il progetto al voto prima del 12 giugno
di Giacomo Cavoli
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Venerdì 8 Aprile 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 18:58

RIETI - «Questa non è una delibera che stabilisce percorsi urbanistici o volumi commerciali. Quelli dovranno essere definiti in un percorso negoziato tra Coop, amministrazione comunale e rappresentanze di categorie». In apertura della commissione Lavori pubblici, mette subito le mani avanti il presidente Matteo Carrozzoni (Fratelli d’Italia), per tentare di spegnere le fiamme che avvolgono il voto sull’interesse pubblico al recupero dell’ex zuccherificio da parte di Coop Centro Italia. La dirimente discussione su quale direzione debba imboccare parte del futuro economico e urbanistico della città è perlopiù politica, pochi gli spunti tecnici e così, alla fine, l’atto-perno voluto dall’assessore ai Lavori pubblici Antonio Emili, che consentirà al Comune di Rieti di varare la variante al piano regolatore per passare dai circa 11 mila metri quadri attuali ai circa 26 mila necessari per il “Parco urbano”, si prepara ora ad affrontare il voto del consiglio comunale. 

La commissione. In aula, Moreno Imperatori (Cambiamo!) battezza Ascom: «E’ governata da elefanti, i quali non riescono a capire che se la città si apre all’esterno andrà a vantaggio dei commercianti». Il capogruppo consiliare del Pd, Alessandro Mezzetti, attacca l’assessore alle Attività produttive e candidato sindaco Daniele Sinibaldi: «Perché non è qui a spiegarci il progetto? In base alla sua delega, infatti, questo atto sarà un suo problema».

Tecnicamente, chi affonda il coltello nella delibera è invece il candidato sindaco del Terzo Polo, Carlo Ubertini: «L’ex zuccherificio non è stato inserito tra gli ambiti previsti dalla legge regionale sulla rigenerazione urbana, perché ciò avrebbe impedito il cambio di destinazione d’uso in strutture di vendita di medie e grandi dimensioni.

Nonostante questo, per la valutazione di interesse pubblico si invoca la stessa rigenerazione urbana, al fine di ottenere il permesso a costruire in deroga».

«E’ una delibera atipica, che tratta una legge giovane come quella della rigenerazione e per questo dovremo chiedere ulteriori pareri alla Regione», replica il dirigente Roberto Di Marco. 
Nel 1992, il consiglio comunale chiamato a votare sul nuovo tribunale all’ex zuccherificio chiamò la pausa caffè: al ritorno, alcuni consiglieri non rientrarono in aula, facendo mancare il numero legale per approvare il progetto. L’epilogo, stavolta - al di là delle schermaglie politiche - appare destinato ad essere diverso. 

Barricate dei commercianti. Nel poco tempo che resta fino al consiglio comunale, Ascom appare però determinata a resistere ad ogni costo. Le armi, alla fine dell’incontro pubblico andato in scena mercoledì sera alla Sala dei Cordari, le fornisce uno dei commercianti di via Cintia, Carlo Proietti: «Non vogliamo la grande distribuzione, vogliamo che il commercio resti agli esercizi di vicinato – esorta Proietti – Quindi troviamo uno slogan, attacchiamo locandine ai nostri negozi, sviluppiamo campagne social e sui media, prima delle elezioni facciamo ancora in tempo a fare la differenza. In maniera intelligente, possiamo ancora vincere la battaglia». 

Secondo l’analisi condotta da Ascom analizzando i numeri forniti dal progetto di Coop, la presenza del “Parco urbano” prospetterebbe l’effetto di una desertificazione commerciale che si svilupperebbe nel raggio di chilometri: «Il bacino gravitazionale calcolato da Coop prevede che il “Parco urbano” possa raggiungere le persone presenti nel raggio di 40 minuti dall’ex zuccherificio – spiega il responsabile della comunicazione di Ascom, Fabrizio Chinzari – Nella distanza di 40 minuti c’è buona parte della provincia di Rieti, mentre nel raggio di 20 minuti è stata calcolata la presenza di 56 mila abitanti e 21 mila nuclei familiari. L’impatto è quindi facilmente prevedibile – prosegue Chinzari - Avremo interi quartieri e frazioni commercialmente disintegrati da questo investimento e da qui a dieci anni ci troveremo davanti alla desertificazione di aree importanti e di piccoli centri che non avranno più i servizi essenziali che possiedono invece oggi. L’impatto sul centro cittadino sarà ugualmente devastante: abbiamo chiesto a centri di dimensioni analoghe quanta clientela media possono raggiungere in una normale giornata e ci è stato risposto che è pari a 12 mila persone». La bocciatura di Ascom al progetto, in riferimento alla grande distribuzione, è totale.

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