Rieti, il ritorno in gara al Ciuffelli della tedesca Katrin Senne: «Volovelisticamente sono nata qui, quanti ricordi»

Katrin Senne e Arnaud De Broqueville
di Giacomo Cavoli
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Martedì 11 Agosto 2020, 08:04
RIETI - E’ bella tanto quanto è un asso dell’aria, è tedesca – nata nella culla volovelismo mondiale – ed è cresciuta a pane e termiche reatine. Insomma, Katrin Senne è il moderno Panzer Tiger teutonico del volo a vela rosa e internazionale, due volte campionessa del mondo tra le donne e numero 65 al mondo nella classifica iridata unisex del volo silenzioso, un’inarrestabile macchina dell’aria che incute timore indistintamente tra uomini e donne a qualunque latitudine capiti di trovarsela a tiro, che sia un campionato nazionale tedesco, uno tutto riservato alle donne o persino mondiale. E dopo qualche anno d’assenza dalle classifiche ufficiali di Rieti, è tornata per riprendersi la sua fetta di celebrità e del suo passato che, fin da bambina, l’ha vista crescere sulla pista d’erba del Ciuffelli.

Una vita in aria

La Coppa Internazionale del Mediterraneo di quest’anno, presumibilmente, Katrin la sta usando per riprendere la mano con la meteo reatina, in biposto con il belga Arnaud De Broqueville (nella foto), altra vecchia conoscenza del Ciuffelli. Il passato di Katrin con Rieti si lega direttamente ai suoi genitori, Klaus, volovelista a sua volta, e Ursula Keim, inseparabili amici del brianzolo Giorgio Orsi, che fu tra i primi presidenti dell’Aero Club Centrale e autentico filantropo del volo a vela di Rieti, dove aveva persino installato la sua industria manifatturiera.

Se è nata nella nazione che ha dato alla luce la tecnica costruttiva degli alianti e quella per poterli pilotare, la scuola della cinquantenne Katrin è stata anche e soprattutto Rieti dove, nell’anno segnato dal Covid, ha contribuito ad alzare inaspettatamente l’asticella della qualità della Cim 2020: «Sì, volovelisticamente sono nata a Rieti – racconta Katrin, ridendo - Sono arrivata qui insieme a mio padre quando avevo sei anni e ho iniziato a volare dai quattordici anni in poi. La mia prima gara di volo a vela fu in biposto con lui e la prima competizione a Rieti la disputai a diciannove anni. Conosco bene il cielo di Rieti, volo qui da oltre vent’anni e ho disputato molte gare».

L’amore per Rieti

Certo, poi non c’è stato solo l’aeroporto reatino, nella sua vita. Già nel 2001, a 31 anni, in 15 Metri Katrin dimostrò infatti da quale scuola proveniva, terza al campionato mondiale femminile, che nel 2003 la registrò seconda: il tempo di prendere le misure con il gradino più alto del podio e nel 2007 – sempre in 15 Metri - raggiunse la sua prima, definitiva consacrazione iridata, affermandosi come la miglior donna al mondo nel volo a vela. Di nuovo la più forte tra le tedesche sia nel 2012 che nel 2014, nel 2017 - dieci anni dopo  - diventa nuovamente la più forte donna al mondo, nella 18 Metri, con un passaggio da ottava al mondo, fra uomini e donne, nel 2018 nella 18 Metri. E infatti, nelle classifiche reatine degli ultimi anni il suo nome latita: «Sì, negli ultimi anni sono stata impegnata soprattutto nelle competizioni riservate alle donne, ma appena posso torno sempre qui – prosegue – L’ultima volta sono venuta l’anno scorso, ma soltanto per divertirmi ed ero fuori gara. L’ultima gara qui, invece, l’ho disputata nel 2012».

Dopo il quinto giorno di gara e le prime due giornate trascorse da secondi assoluti, l’equipaggio guidato da Katrin è stabilmente quarto nella classifica generale del Gruppo 1, subito davanti al medico reatino Luca Urbani e necessariamente impossibilitato a partecipare al campionato italiano della 20 Metri, ma con davanti un podio di tutto rispetto tra i due Bouderlique, il campione del mondo Stefano Ghiorzo in coppia con Roberta Passardi e il duo condotto da Alberto Sironi: «Cosa preferisco del cielo reatino? Una giornata come quella di oggi» rivela Katrin. Percorsi di gara dritti, senza aree task, pronti per sfruttare tutta l’energia di una giornata senza il maledetto vento da est: «Cumuli base da 2.400 metri o superiori, termiche forti e convergenze. Amo tutto questo, ho tantissimi ricordi legati a questo luogo e ci si può anche rilassare, uscendo magari per una passeggiata in bici, andando in piscina o (pronunciandolo in italiano, ndr) - una colazione sulla piazza con brioche. Tutto apposto!». Ma i briefing mattutini in videoconferenza ideati per rispettare le norme anti-Covid non li ama: «Non mi piacciono, è triste non poter interagire direttamente con le persone. Se non puoi incontrarle, non puoi avere accesso a loro».
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