Amatrice, una delle vittime
del Vajont era nata nel Reatino

Longarone dopo la tragedia
di Luca Brugnara
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Venerdì 11 Ottobre 2013, 14:00
RIETI - Un piccolo legame con il Reatino, per una tragedia italiana di cinquant'anni fa. Mercoled scorso era l'anniversario del disastro del Vajont, quando la frana del monte Toc cadde nell'invaso artificiale creato dalla diga e provoc la fuoriuscita dell'acqua che, unita al fango, sommerse i paesi di Longarone, Erto, Casso e altre frazioni. Nell'elenco, interminabile, delle 1.910 vittime accertate, c' un nome, Maria Teresa Fistrarol, una giovane di appena tredici anni, che era nata ad Amatrice. Per molte famiglie, vittime della catastrofe, è stato difficile ricostruire la storia e lo è ancora oggi: in qualche caso, infatti, tutti i componenti del nucleo sono morti e, con loro, è andata via anche la loro memoria. Probabilmente, è il caso anche della piccola Maria Teresa. Era nata ad Amatrice l'11 aprile del 1950, figlia di Giuseppe Fistrarol, 42 anni al momento della tragedia, e sorella di Gianfranco, che di anni, quel 9 ottobre del 1963, ne aveva 15. Tutti e tre sommersi da quell'onda che, alle 22.39 del mercoledì sera (come quest'anno), ha colpito l'area al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, distruggendo interi paesi. Il cognome, Fistrarol, tradisce un'origine veneta. Il padre, Giuseppe, nato nel 1921 a Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, era commerciante. Il fratello Gianfranco, solo due anni prima di Maria Teresa, era nato a Lasa, in provincia di Bolzano. Ancora oggi, si cercano testimonianze, ricordi, che possano ricostruire la storia delle vittime della tragedia, con solo settecento vittime ufficialmente riconosciute, mentre le altre sono state sepolte senza un formale accertamento. Una possibile ricostruzione porta a pensare che la famiglia si era stabilita per un breve periodo nel Comune del Reatino, per svolgere la propria attività commerciale, tra la fine degli anni '40 e i primi anni '50, proprio quando la mamma, Angela, diede alla luce Maria Teresa. Da qui, la famiglia aveva fatto ritorno in Veneto, fino a quel tragico 9 ottobre di cinquant'anni fa.
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