Turati: «Contro il Rieti farò
di tutto per esserci. Capuano?
Preparato, vera icona per la C»

Marco Turati
di Roberto Panetta
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Sabato 23 Febbraio 2019, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 09:19
RIETI - All’andata segnò il gol del momentaneo 1-1, di testa su calcio d’angolo, che diede il là alla rimonta allo Scopigno, con il Siracusa che si impose 2-1 sul Rieti. Al ritorno Marco Turati vuole fare di tutto per esserci, nonostante quel polpaccio sinistro malandato, con un lieve stiramento che lo tormenta da una ventina di giorni (con l’ematoma che si è ridotto a 4 mm). Il dolore lo sente ancora, ma il forte difensore centrale vuole stringere i denti e giocare. Troppe quattro partite lontano dal campo per il capitano, visto che si è infortunato contro la Viterbese lo scorso 3 febbraio. Nell’allenamento tecnico-tattico pomeridiano ha forzato i ritmi e il polpaccio sembra aver risposto bene, le sue probabilità di vederlo in campo contro gli amarantocelesti salgono ad un 65%, decisivo l’allenamento di rifinitura.

Turati, con il Rieti serve l’esperienza del capitano…
«Ho una voglia matta di giocare. Ma non sono più un ragazzino (classe 1982, ndr) e le cose vanno fatte con la testa. Comunque il dolore c’è, ma mi sento meglio e oggi decideremo insieme al mister Raciti. Io voglio esserci».

In caso di vittoria la salvezza è cosa fatta…
«Con i compagni ad inizio settimana ci eravamo detti che in caso di vittoria con Viterbese e Rieti sarebbe stata salvezza diretta. La prima l’abbiamo vinta, siamo a metà dell’opera. Molti meriti a mister Raciti, ci ha dato tranquillità e trasmesso un modo di giocare "sbarazzino", senza paura ci giochiamo le partite sempre a viso aperto e andiamo a pressare alto qualunque avversario».

A proposito, il Siracusa ha vinto con l’avversaria più in forma del momento, 1-0, senza il suo capitano…
«Contro la Viterbese è stato un match fondamentale. Molto bravi i miei compagni e il mister Raciti, ci meritavamo questa vittoria dopo tanta attesa. I gialloblu li ho visti un po’ in affanno visto che stanno giocando ogni tre giorni ma molti meriti sono nostri».

E ora sotto con il Rieti. Nella sua lunga carriera, ha mai sfidato Capuano?
«Sinceramente non l’ho mai incontrato. È un onore poterci giocare contro perché per la serie C è un’icona. Oltre ad essere un autentico personaggio, il suo stile di gioco mi ha sempre colpito, squadre molto preparate che lo seguono alla lettera, si vede sempre la sua precisa identità e impronta in qualunque squadra vada. Mi piace seguire il metodo di gioco di alcuni allenatori e il modo di interpretare le partite di Capuano è molto interessante. Poi prepara benissimo i calci piazzati».

Dalle sue parole si evince che lei sta studiando da allenatore... Sarà questo il suo prossimo futuro?
«Non voglio essere presuntuoso, ma quando smetterò vorrei subito allenare».

E quando arriverà l’addio al calcio? Questo sarà il suo ultimo anno da giocatore?
«Sinceramente non ho ancora deciso. Però mi piacerebbe fare un’ultima stagione da protagonista e vorrei chiudere la carriera qui. In estate ci incontreremo, vedremo quali saranno gli obiettivi della società e si tireranno le somme».

Del Rieti che cosa sa?
«Conosco bene Brumat, due anni fa ha giocato con noi a Siracusa e ha fatto molto bene da terzino destro. È stata una splendida annata, chiusa al sesto posto (con i playoff persi al primo turno con la Casertana 2-0, ndr). È un giocatore molto serio ed affidabile, fa sempre il suo, senza strafare, ed è davvero raro che sbagli partita. Ha corsa e temperamento, bravo in fase difensiva».

E il giocatore amarantoceleste che vede con un futuro?
«Dico Cernigoi. Un calciatore con quel fisico, quando riuscirà ad usare bene il suo corpo e a sfruttarne tutte le potenzialità, sono sicuro che esploderà».

Ma con Turati in campo sarà dura per tutti gli attaccanti amarantocelesti…
«Non renderei loro la vita facile - sorride - ma, prima di tutto, devo riuscire a scendere in campo».
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