Rieti, è malata di tumore
ma le tolgono quattro denti
L'odissea di una giovane reatina

Rieti, è malata di tumore ma le tolgono quattro denti L'odissea di una giovane reatina
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Martedì 23 Agosto 2016, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 13:16
RIETI - L’hanno curata a lungo per un’otite, facendola rimbalzare da un ospedale all’altro dove, a turno, è stata sottoposta agli esami più svariati, a partire da risonanze magnetiche, tac, ecografie, artrocentesi, artoplastica (tra le ipotesi dei medici, c’era il sospetto che il disturbo fosse originato dal mal funzionamento della mandibola oppure dall’infiammazione del trigemino) e anche all’estrazione di quattro denti (perfettamente sani), individuati come un’altra, possibile causa di quel malessere che la perseguitava da oltre un anno.

Invece, Antonella (nome di fantasia), reatina di 29 anni, in realtà era affetta da un carcinoma rinofaringeo, raro caso di tumore che si annida nella zona nasale e che, se individuato in tempo, ha buone possibilità di essere sconfitto. La diagnosi esatta, però, era venuta fuori solo dopo oltre un anno dalla prima visita alla quale venne sottoposta da un medico al quale si era rivolta, tormentata da quel dolore all’orecchio che le procurava lunghi mal di testa, problemi alla vista di un occhio e che, in tempi successivi, avrebbe finito per sfociare in gravi problemi alla masticazione, tanto da costringerla ad alimentarsi ingerendo liquidi con la cannuccia, non potendo deglutire il cibo.

IL CALVARIO
E’ il settembre 2011, data di inizio di un’odissea che porterà Antonella ad affrontare numerose visite ed esami specialistici ai quali viene sottoposta negli ospedali di Terni, L’Aquila, Rieti (il de Lellis non risulta però coinvolto nel presunto caso di malasanità) e anche in un affermato centro privato alle porte di Roma, ma i cui risultati non evidenziano mai quello che, in seguito, si rivelerà essere un tumore. Le cure alle quali viene sottoposta non variano di molto. Si va dagli antidolorifici per finire agli psicofarmaci, perché l’origine del malessere potrebbe essere anche di natura psicosomatica.

LA SCOPERTA DEL MALE
Nel frattempo, Antonella continua a dimagrire a vista d’occhio, non apre quasi più la bocca, fino a quando non decide si sottoporsi all’ennesima ecografia in uno studio radiologico di Rieti: questa volta, è la dottoressa a notare per prima qualcosa di strano nelle immagini. Seguono altri esami e alla fine approda a Roma dove, a gennaio 2013, saranno i medici del Regina Elena a stilare la diagnosi: tumore rinofaringeo. Fino a quel momento, nessuno se ne era accorto. Per la giovane si apre il doloroso calvario delle cure, iniziato con un ciclo di chemioterapia, seguito dalle sedute di radioterapia.

HA DECISO DI FARE CAUSA
Oggi, a distanza di cinque anni, le condizioni generali di Antonella sono migliorate, è tornata a mangiare normalmente ma ha deciso di chiedere il conto a chi non ha diagnosticato la sua malattia in tempo, provocandole un doloroso travaglio. I suoi avvocati, Fabio Clementi e Carla Petrangeli, hanno incardinato una causa per risarcimento danni davanti al tribunale civile di Terni, luogo dove sono stati effettuati i primi esami risultati negativi, accomunando nella richiesta (poco meno di un milione di euro), anche l’ospedale Santa Maria Maggiore de L’Aquila, il centro romano e un medico. Voluminosa la documentazione depositata insieme alla consulenza di parte del professor Enrico Mei, che ha messo in evidenza le presunte negligenze dei medici. Causa che si preannuncia lunga e combattuta, a dicembre la prima udienza.
 
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