Catering con i soldi destinati ai rifugiati, chieste maxi condanne per i vertici della cooperativa Te.Sa.

Catering con i soldi destinati ai rifugiati, chieste maxi condanne per i vertici della cooperativa Te.Sa.
di Emanuele Faraone
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Giovedì 30 Settembre 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 17:57

RIETI - Per il processo sulla Cooperativa Te.Sa. chiesti dal pubblico ministero 24 anni di carcere per i 5 imputati, mentre la richiesta risarcitoria delle parti civili è stata di un milione e 800 mila euro. Davanti al collegio del tribunale di Rieti (presidente Carlo Sabatini, giudici al latere Virginia Arata e Alessio Marinelli) la lunga requisitoria del pm, Rocco Gustavo Maruotti, ha sollecitato severe richieste di condanna nei confronti degli imputati: Enzo Santilli (7) gestore del Consorzio, Maria Adelaide Santilli (4) rappresentante legale Te.Sa, Maurizio Amedei (2 anni e 6 mesi) ex priore della confraternita Sant’Antonio al Monte, Sergio Santilli (5) titolare della società “3T eventi” e Francesco Pennese (6) presidente Te.Sa, accusati, a vario titolo, di diversi capi d’imputazione, dall’associazione a delinquere alla truffa ai danni dello Stato, malversazione, subornazione ed estorsione. 

La storia. La vicenda è quella della Te.Sa (consorzio di cooperative reatine) impegnata nell’assistenza a immigrati e richiedenti asilo.

Una lunga indagine condotta dalla Finanza a seguito di denunce presentate da alcuni immigrati e che hanno poi portato gli investigatori ad accertare che parte dei fondi statali percepiti - circa 650 mila euro - del milione e 700 mila euro complessivamente stanziato sarebbe stata dirottata per tutt’altra tipologia di spese, come attività di catering, promozione e alloggio, sempre gestite dal consorzio presso il complesso francescano di Sant’Antonio a Monte. Derrate alimentari di pregio (filetti di orata, faraona, scampi, porcini, prosecco) non venivano dunque acquistate per la refezione degli immigrati del progetto “Emergenza Africa” che, al contrario, avrebbero subìto ben altro trattamento.

La requisitoria. Il pm Maruotti ha ripercorso il filo dell’inchiesta circostanziando addebiti e rilevanze penali per ogni imputato, contestando condotte illecite poste in essere da un “sistema accoglienza” i cui finanziamenti statali venivano distratti dai 5 imputati per attività di catering, ristorazione, ricettività e alloggio. Un sodalizio – per il pm - finalizzato alla commissione di truffe e malversazioni ai danni delle amministrazioni statali e di vari Enti pubblici con particolare riferimento alla stipula di una convenzione con la Protezione civile della Regione Lazio che prevedeva il versamento di una somma pari a 42,50 euro al giorno per ogni immigrato. Tutte attività bollate come “improprie” e “in danno” dei richiedenti asilo (costituite parti civili rappresentate dalle avvocatesse Annalisa Mariantoni e Monica Mariantoni). In rassegna nche le condizioni di vita degli ospiti alloggiati in locali inadeguati, serviti con pasti insufficienti e a volta scaduti, forniti di esiguo vestiario e nessuna possibilità di partecipare a corsi di formazione o eventi culturali.

Per le difese (avvocati Alberto Patarini, Stefano Marrocco, Riziero Angeletti e Angela Boncompagni) tutte contestazioni incongruenti e contraddittorie nell’ambito di un castello accusatorio privo di reali riscontri probatori così come anche ribadito con forza dall’ex presidente Pennese che, in sede di spontanee dichiarazioni rese davanti al Collegio, ha confermato di avere agito sempre «nel bene e nell’interesse del consorzio e dei richiedenti asilo, in un contesto gestionale-amministrativo di scrupoloso tracciamento contabile, trasparenza delle movimentazioni bancarie e conformità delle fatturazioni». 

Le parti civili. Le avvocatesse di parte civile, in rappresentanza di 12 immigrati (11 begnalesi e un nigeriano), hanno avanzato una richiesta risarcitoria pari a 150 mila euro con una provvisionale di 50 mila per ogni assistito a causa dei danni patrimoniali e morali patiti. Ad ottobre il termine delle discussioni delle difese e sentenza.

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