Tornarino: documenti assenti per il parco commerciale, esplode il caso

Tornarino: documenti assenti per il parco commerciale, esplode il caso
3 Minuti di Lettura
Domenica 28 Novembre 2021, 00:10

RIETI - Il Comune di Fara Sabina rilascia il provvedimento unico - che ingloba il permesso a costruire e l’autorizzazione commerciale – per la realizzazione del parco commerciale Tornarino (nella foto il progetto), ma “dimentica” di richiedere la corresponsione del contributo di costruzione e lo rilascia anche senza parere paesaggistico preventivo, richiamando la norma dell’assenso senza condizioni. Per un parere che comprende la determinazione dell’ufficio tutela paesaggistica, lontano dal Suap (che ha emesso il provvedimento) giusto un corridoio, visto che sono ubicati entrambi nella delegazione comunale di Passo Corese, ma nonostante ciò non hanno comunicato tra loro. 

La dimenticanza. Di fatto, quindi, il parere paesaggistico preventivo non c’è e non si ha notizia nemmeno della pronuncia della Soprintendenza archeologia, Belle arti e paesaggio presente in conferenza dei servizi.

Sono quattro le determine pubblicate tra la fine di ottobre e primi di novembre, relative a tre medie strutture di vendita, rispettivamente da 3870, 3000, 2462 metri quadrati, e a un edificio destinato a servizi che sorgeranno nel Tornarino.

All’interno dei quattro atti non è presente alcun riferimento al pagamento degli oneri di costruzione che, secondo le norme, sono propedeutici al rilascio dei permessi, tanto che tali somme erano state negli anni già inserite nei bilanci preventivi approvati di volta in volta dal Comune. Una cifra non di poco conto se si sommano i contributi delle quattro costruzioni. In tutto si parla di più di 513 mila euro che le società proponenti avrebbero già dovuto versare nelle casse dell’Ente o, in caso contrario, avrebbero dovuto iniziare a pagare in base alle modalità di rateizzazione che la normativa può prevedere. 

Somme mancanti. Essendo somme previste per legge e già iscritte in bilancio la mancata corresponsione rischia dunque di esporre il Comune a un danno erariale. I provvedimenti rilasciati, così costruiti, diventano quindi passibili di annullamento. 

Cosa fare? Cosa succederà a questo punto? La strada appare obbligata: serve riportarli nella legittimità. Come? Probabilmente, apportando una serie di modifiche che dovranno prevedere le somme dovute all’Ente dalle società e le prescrizioni che, dal punto di vista ambientale, le società dovranno garantire (rispetto alle modalità di intervento, alle altezze degli edifici, al verde da ripristinare attraverso piante da mettere a dimora) per ottenere il parere ai fini paesaggistici

© RIPRODUZIONE RISERVATA