Rieti, Ibrahim Halil Göktaş: dal Kurdistan
all’Italia, gioca nel Montopoli:
«Qui sto bene, sogno la serie D»

Ibrahim Halil Göktaş insieme al presidente del Montopoli Andrea Carbonara
di Raffaele Passaro
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Giovedì 9 Novembre 2017, 11:17
RIETI - Talento da vendere e grande umiltà. Questa è la storia di Ibrahim Halil Göktaş, giovanissimo calciatore nato il 13 marzo 1998 che milita tra le fila di una delle capoliste di Terza categoria: il Montopoli Calcio; già cinque le reti siglate nelle prime quattro giornate del campionato 2017/2018 ma il talento curdo non ha intenzione di fermarsi. Lo abbiamo incontrato, in compagnia del presidente del Montopoli Calcio Andrea Carbonara, e lo abbiamo intervistato.

L'INTERVISTA

Ci vuole raccontare i suoi trascorsi calcistici?
«Certo. Ho cominciato a giocare a calcio sin da quando avevo 5 anni e da quel momento non mi sono più fermato. Ho giocato nelle giovanili del Fenerbahçe, una delle squadre più celebri della Turchia; successivamente mi sono trasferito qui in Italia, all’età di 15 anni, e ho cominciato a giocare con La Sabina per ben quattro anni».

E' stato mai contattato qualche osservatore di squadre note?
«Sì, sono stato contattato dall’osservatore del Parma Calcio e della A.S.Roma, che volevano inserirmi nei loro settori giovanili ma non ho accettato. Purtroppo, non conoscendo bene l’iter di trasferimento e non essendo seguito da un procuratore, ho preferito non accettare queste proposte».

Come è arrivato a giocare nel Montopoli?
«L’anno scorso ero svincolato e ricevetti numerose offerte di squadre di Eccellenza e di Promozione; mi contattò anche il Presidente del Montopoli, Andrea Carbonara, e scelsi di accettare la sua offerta».

Parliamo della sua posizione in campo. Dove si trova meglio a giocare?
«Esterno sinistro alto, giocando in maniera più offensiva che difensiva. Riesco, inoltre, ad adattarmi al ruolo di punta centrale».

Mi sa dire le differenze che ha notato tra il calcio che le hanno insegnato in Italia e quello in Turchia?
«Beh, sicuramente in Turchia si gioca un calcio più aggressivo sotto il profilo del pressing; in Italia, invece, si gioca un calcio più tecnico, fatto di passaggi corti e geometrie. In Turchia, inoltre, ci abituavano a costruire le azioni basandoci su lanci lunghi e alti. In Italia, questo non succede perciò, all’inizio, trovai leggermente difficoltà ad inserirmi negli schemi di gioco».

Come si trova con i ragazzi del Montopoli?
«Mi trovo molto bene. Nella rosa sono il più piccolo, perciò tutti mi trattano come un fratellino; giorno dopo giorno mi aiutano a crescere, dandomi consigli utilissimi e rinnovandomi di volta in volta la loro fiducia nei miei confronti».

Come si trova col mister del Montopoli?
«Ho un buonissimo rapporto con lui. E’ una persona molto capace, un vero esempio per tutti noi. Mi stimola continuamente, mi insegna ogni tattica necessaria per far bene durante le partite e tutto ciò mi aiuta anche a fare gol».

Quali sono i suoi punti di forza?
«Sono molto veloce. Quando corro sulla fascia e arrivo al limite dell’area di rigore, punto sempre il mio avversario e cerco di superarlo, cosicché ci sia la superiorità numerica. Talvolta evito di andare fin sul fondo e, magari, rientro e tiro a giro col destro, mio piede preferito, cercando di beffare il portiere sul secondo palo. Sto migliorando, inoltre, nello stacco aereo e nei colpi di testa».

In che cosa deve ancora migliorare?
«Sicuramente nel fisico. Sono troppo magro e dovrei irrobustire la mia massa muscolare».

Cosa ne pensa di questo inizio di stagione del Montopoli?
«Siamo molto contenti di questo bell’inizio di stagione. Abbiamo racimolato 12 punti su 12 disponibili. Spero e credo che riusciremo a vincere il campionato, perchè siamo una squadra completa ed unita, in campo come negli spogliatoi. Inoltre, sotto il profilo personale, ho fatto una scommessa con il nostro presidente Carbonara: devo vincere la classifica dei marcatori, superando quota 25 gol. Ci riuscirò».

Parliamo un po’ del suo passato. Le manca il suo Paese?
«Sì, tanto. Fortunatamente, ogni due anni riesco a tornare lì, dove ho lasciato amici, conoscenti e parenti».

Come è arrivato in Italia?
«Grazie a papà. Lui è arrivato qui quando io avevo 5 anni e poi, dopo 10 anni, tutta la mia famiglia si è trasferita qui. All’ età di 7 anni ho cominciato anche a lavorare. La mattina andavo a scuola, il pomeriggio lavoravo come meccanico e giocavo a calcio con i miei amici. Non sempre riuscivo a giocare, perché il lavoro mi portava via molto tempo ma, qualche volta, finivo mezz’ora prima e, di nascosto, andavo a giocare a calcio con i mei amici».

Il suo sogno nel cassetto?
«Beh, il sogno che hanno tutti i ragazzi che giocano a calcio è quello di militare in squadre fortissime, italiane o europee. Io, invece, non mi spingo così in là. Il mio sogno nel cassetto è, ovviamente, quello di arrivare a giocare in categorie importanti. I sogni, però, sono sogni. Io, come tutti i ragazzi, sogno ma sono anche realista e perciò mi sono posto un obiettivo: giocare in serie D».

DICONO DI LUI

Presidente Montopoli Calcio Andrea Carbonara

Innanzitutto Ibrahim è una splendida persona. E’ un ragazzo educato, umile e sempre a disposizione del mister e dei compagni di squadra. Il suo ruolo è, a mio modesto parere, quello di esterno sinistro con piede preferito destro; lui rientra o punta l’avversario che ha davanti e lo salta sempre: micidiale. Dispone, inoltre, di un buon tiro. Altra caratteristica che vedo in lui è l’inserimento senza palla, approfittando degli spazi lasciati dagli avversari.

Nonostante la sua altezza, 1.70 mt., ha dei tempi di stacco aereo micidiali. Il ragazzo, pur avendo difficoltà con la nostra lingua, si è inserito perfettamente negli schemi del mister e nella rosa. A mio avviso, un ragazzo con queste qualità merita di militare in categorie superiori.

La cosa che mi colpisce è di avere davanti una persona splendida.

Le racconto un aneddoto: l’anno scorso l’ho contattato per farlo unire al Montopoli Calcio già da questa stagione. Avevo saputo delle tantissime offerte, a livello regionale, che Ibrahim aveva ricevuto. Un giorno il mio Direttore Sportivo, Mario Carbonara, e questo ragazzo si sono incontrati e quest’ultimo, uomo d’onore, ha stretto la mano del diesse e ha promesso che sarebbe venuto a giocare nel Montopoli Calcio e così è stato. Tutto ciò dimostra che persona sia Ibrahim.

Lui fa parte di quella categoria di persone che fin da piccole hanno tribolato per qualsiasi cosa. Un’altra cosa che mi colpisce di questo ragazzo è il comportamento: mai una parola fuori posto.

Ovviamente, tutto ciò non toglie niente agli altri giocatori che fanno parte della rosa del Montopoli Calcio e penso che, tutti insieme, faremo un buon campionato, rispettando i valori dello sport e della disciplina.

Approfitto per ringraziare il Sindaco di Montopoli Antimo Grilli, che ci ha messo a disposizione le strutture e tutti i ragazzi del Montopoli Calcio, in particolare il Direttore Sportivo, il nostro allenatore e i dirigenti Giorgio Rinalduzzi e Luciano Scarra.

In conclusione, sono molto contento di avere in squadra un giocatore come Ibrahim, dimostrazione di serietà, dedizione e correttezza sia in campo che nel quotidiano.
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