Tangorra e il suo passato
agrodolce al Monopoli: «Rieti,
occhio al greco Sounas»

Massimiliano Tangorra ai tempi del Monopoli
di Roberto Panetta
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Venerdì 21 Dicembre 2018, 14:38
RIETI - Trapassato remoto, passato prossimo, presente e perché no, magari puro futuro. La storia di Massimiliano Tangorra si lega al Monopoli da decenni. Corsi e ricorsi storici, partenze e ritorni e, purtroppo, pure esoneri. Sì, perché c’è un quadruplo filo rosso del destino che lo lega alla squadra pugliese, visto che la sua nascita calcistica e da allenatore avviene proprio con i biancoverdi.

È il lontano 1988/1989, il giovane Massimiliano va a farsi le ossa proprio a Monopoli in C1, girone B (dopo una presenza in serie B nella stagione precedente a Bari, culminata con la promozione in A); lì inizia la sua lunga carriera calcistica. Poi, dopo aver peregrinato in giro per l’Italia, ecco che nel 2006/2007 torna nuovamente a giocare con la squadra pugliese. Finita qui, macché. Siamo nell’estate 2015 ed ecco che Tangorra torna ancora, ma questa volta sotto la veste di allenatore; l’11 luglio firma il contratto, il primo tra i professionisti, con la squadra appena ripescata in Lega Pro, salvo poi dimettersi il 4 aprile 2016 per qualche incomprensione con la vecchia società. Siamo ai titoli di coda, neanche per scherzo. Il 21 luglio 2017 la nuova proprietà gli offre la panchina e lui non ci pensa due volte a tornare, è la quarta volta.

Una stagione che parte con l’obiettivo di una salvezza tranquilla. Ma poi il Monopoli parte forte, molto forte, e si ritrova in testa alla classifica per le prime sei giornate e in seconda posizione le successive sei gare. Quando tutto sembra andare alla grande, le cose iniziano a girare storto e, dopo un trend negativo di risultati, ecco l’esonero, inaspettato.

Tangorra, partirei proprio da qui, dalla fine della sua lunga cavalcata a Monopoli.
«Come dimenticare, era il 24 dicembre dello scorso anno (dopo la sconfitta a Cosenza 2-0, ndr), ho passato il Natale più brutto della mia vita. Mi dispiace ancora oggi tantissimo aver interrotto la mia esperienza a Monopoli. Purtroppo non sono sati rispettati gli impegni verbali presi alla vigilia, il nostro obiettivo era salvarsi per poi porre le basi per questa stagione. Ma la nostra partenza sprint in campionato ha fatto cambiare le carte in tavola e all’improvviso sono mutati anche gli obiettivi della società. I risultati negativi e la sfortuna hanno messo del loro, ma le prestazioni era positive. La poca pazienza ed esperienza della società ha fatto sì che si facessero prendere dallo sconforto e, con poca lucidità, non hanno voluto aspettare».

Aveva qualcuno contro?
«Ad alcuni il mio esonero ha dato piacere, una parte della tifoseria non mi vedeva più di buon occhio. Purtroppo è molto difficile fare i profeti in patria, non viene riconosciuto il valore personale. Non si può essere simpatici a tutti, la squadra però è stata sempre dalla mia parte, infatti il mio esonero era avvenuto già quattro giornate prima (sconfitta contro la Virtus Francavilla 2-1, ndr) ma i giocatori si opposero e tutto rientrò. Poi però non c’è stato più nulla da fare».

E poi è arrivato Scienza…
«Ho massimo rispetto per lui, ha molte capacità e sta facendo bene, però chi mi ha succeduto non ha fatto nulla di diverso rispetto a me; l’allenatore è stato fortunato a trovare un’ottima base da cui partire. Però ora ci sono molte aspettative perché migliorare quanto fatto dal predecessore vuol dire puntare a vincere».

Però lei non chiuderebbe la porta ad un suo ritorno con i biancoverdi? Non c’è quattro senza cinque…
«Ho una grande voglia di tornare ad allenare, mi manca tantissimo il campo. Certo che tornare di nuovo a Monopoli sarebbe più unico che raro, ma nella vita mai dire mai, io non avrei problemi».

I pugliesi stanno avendo un ottimo rendimento. La serie B è a portata di mano?
«Voglio sottolineare che la squadra è stata costruita per vincere, io non avevo una rosa così forte. Sono arrivati giocatori di spessore come De Franco in difesa, Fabris, Maimone, Montinaro, Paolucci a centrocampo, Mendicino e Gerardi in attacco, e poi anche Mangni è arrivato a gennaio quando io non c’ero più… scusate se è poco. Ad averceli avuti io…».

Calciatori da tenere sott’occhio da parte del Rieti per la sfida di domenica?
«Il greco Sounas è davvero un giocatore eccellente con ottimi spunti in attacco; mi voglio prendere il merito perché con me è esploso. In estate è stato ad un passo da Perugia e Lecce ma poi non si è trovato l’accordo. E poi anche l’altro greco Rota è un centrocampista molto interessante. Quando l’estate scorsa lo propose alla società Bruno Cirillo (ora procuratore, ndr), fece una prova con noi ed io volli fortemente farlo tesserare tra lo scetticismo generale. Ecco, questi sono due mie scommesse vinte».

C’è qualche giocatore a cui è particolarmente legato e mantiene ancora contatti?
«Il capitano Scoppa dopo l’esonero mi chiamò dispiaciuto, un bel gesto. Quelli con cui ho ancora ottimi rapporti sono Mercadante (l’ho visto crescere avendolo allenato a Bari negli Allievi), Ferrara e Bei, giocatori forti oltre che di grande spessore umano. Con gente così nulla è proibito».
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