Crolla il turismo nelle aree del sisma
appello del sindaco di Borbona:
«Venite anche solo per un caffè»

Crolla il turismo nelle aree del sisma appello del sindaco di Borbona: «Venite anche solo per un caffè»
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Lunedì 24 Luglio 2017, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 13:00
RIETI - «La scorsa estate avevamo un trend in forte crescita delle presenze di turisti. La settimana del terremoto di Amatrice c’erano circa seimila persone in zona. Ora aspettiamo agosto, confido molto nella fedeltà e nelle manifestazioni che abbiamo organizzato. Ovviamente temiamo ripercussioni, anche perché il terremoto non cessa di farsi sentire, ma affrontiamo questo momento molto difficile con fiducia. E’ necessaria la solidarietà di tutti. Anche il mordi e fuggi, la visita di una giornata è fondamentale, venite qui anche solo per prendere un caffè e portare un po’ di solidarietà».

ABITAZIONI LESIONATE
A parlare è Maria Antonietta Di Gaspare, il sindaco di Borbona, uno dei comuni dell’Alto Reatino colpiti dal terremoto, a un passo dall’epicentro dell’ultima scossa di sabato mattina, è la ripresa del turismo. Ha il 50 per cento degli edifici del suo comune lesionati dalle scosse che si sono susseguite dal 24 agosto del 2016 al 18 gennaio scorso, percentuale che sfiora il 90 per cento se ci si addentra nel centro storico.

SENZA LE «CASETTE»
«Abbiamo tante seconde case inagibili - spiega il sindaco - e siamo nell’impossibilità di dare soluzioni abitative di emergenza, e questo incide molto sulle presenze di turisti nel nostro territorio comunale. L’ultima scossa ci ha ricordato che non è affatto finita. Proprio sabato, però, abbiamo inaugurato il secondo bed & breakfast e riaperto la macelleria, una delle poche della zona, che era stata danneggiata dal terremoto del 18 gennaio e quindi costretta a spostarsi. La mia più grande preoccupazione, al momento, sono questa manciata di chilometri che ci separano da una zona a altissimo rischio sismico, come l’area di Montereale in provin ia de L’Aquila. Una condizione che costringe chi amministra a prendere decisioni anche impopolari ma putroppo obbligatorie, perché in questo momento occorre usare la massima cautela, ed è l’unico modo per sconfiggere il terremoto. Mi spiego: ho chiuso una strada del centro storico che di fatto taglia in due il paese creando notevoli disagi, ma era assolutamente necessario per motivi di sicurezza. Scosse ne sentiamo in continuazione. Dopo L’Aquila ne avemmo per più di un anno, siamo abituati a convivere con la paura. Non abbiamo alternative se non guardare con ottimismo al futuro».
 
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