RIETI - Ancora tanti, troppi buchi neri nel giallo che avvolge la scomparsa di Silvia Cipriani, la 77enne ex postina di Contigliano e Montenero Sabino, nonostante il nipote Valerio sia stato ora indagato per omicidio volontario. Una lunga scia di interrogativi senza risposta, si rincorrono e si susseguono da oltre due mesi, lasciando l’intera vicenda ancora nel mistero, nonostante il ritrovamento nei boschi in località Scrocco di Montenero Sabino della Fiat Palio in uso all’ex postina e il rinvenimento di resti ossei attribuibili a lei.
1) IL GIORNO DELLA SCOMPARSA
Giovedì 21 luglio viene presumibilmente indicato come il giorno della scomparsa e dell’appuntamento alle 20.40 (poi anticipato di alcune ore) in un centro polispecialistico di Rieti, ma venerdì 22 una vicina di casa e amica la vede procedere in direzione Cerchiara alle 8,30 del mattino.
2) L’AUTO NASCOSTA
Il cercatore di funghi rimasto in panne e il suo meccanico di fiducia che lo ha soccorso nei boschi di Montenero hanno sempre asserito che il veicolo, al momento del ritrovamento, non presentava danneggiamenti o segni di incidente ma solo dei graffi mentre in alcune immagini sono evidenti ammaccature.
3) I SOLDI
C i sono poi i 10 mila euro che mancano all’appello e che mancherebbero anche daL conto corrente della 77enne in quanto le liquidità bancarie – come dichiarato da Tamara, nipote acquisita – sarebbero ammontate intorno ai mille euro. Denaro che Silvia avrebbe incassato con assegno bancario non trasferibile dalla vendita di un fienile su due livelli di sua proprietà della superficie di 71 metri quadrati acquistato da Cristina, un’impiegata romana.
4) LA TELECAMERA
Altro mistero – se la Cipriani è davvero scomparsa il 21 o il 22 luglio – è senza dubbio molto strana la circostanza che il 29 luglio alle 23 l’auto viene ripresa da una telecamera nella zona di Montenero Sabino. Chi la guidava? E poi: era proprio l’auto di Silvia?
5) GLI ESITI DEGLI ESAMI
Tantissimi interrogativi senza mai dimenticare che, in attesa degli esiti dell’esame del dna sui resti ossei umani (tra i quali risultano essercene anche alcuni animali), la soluzione di tutto potrebbe essere all’interno dell’auto ora sotto sequestro e sottoposta ad analisi e rilievi.