Una situazione di illegalità aggirata grazie alle ordinanze firmate dal sindaco Antonio Cicchetti (la prima a settembre e la seconda a novembre 2019) – nominato custode giudiziario dell’edificio e indagato, insieme a un ex dirigente, per le presunte violazioni al testo unico sulla sicurezza dei locali pubblici - che hanno consentito al Flavio di ospitare sotto la diretta responsabilità del primo cittadino - (“Stante la funzione prettamente sociale e culturale che il Flavio Vespasiano assolve per la cittadinanza” - scrisse Cicchetti nell’ordinanza - e con un numero di spettatori limitato, eventi e rappresentazioni teatrali fino allo scorso marzo, quando l’emergenza coronavirus ha causato la sospensione di ogni attività.
Il sequestro rappresenta, va precisato, solo l’epilogo di una lunga vicenda caratterizzata da una lunga serie di ritardi che investe anche le giunte comunali precedenti a quella presieduta da Antonio Cicchetti, a partire dal decennio scorso, destinata ora a sfociare in un contenzioso giudiziario amministrativo (appare scontato il ricorso al tribunale del Riesame contro il sequestro) che, complice il Covid19, rischia di paralizzare l’attività del Flavio Vespasiano, almeno fino a quando il teatro non sarà adeguato alle misure di sicurezza.
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