RIETI - La grave carenza di personale, soprattutto di collaboratori scolastici, sta mettendo a dura prova la funzionalità delle scuole. A lanciare l’allarme è il segretario provinciale dello Snals, Luciano Isceri, che torna sul tema del personale Ata, che tra collaboratori scolastici e addetti alle segreterie ha visto in Italia 27mila posti vuoti dopo i pensionamenti e di questi solo 10mila sono stati destinati alle immissioni in ruolo.
Nel Reatino, su 46 posti, ne sono stati ricoperti solo 19 di collaboratore scolastico e solo 5 su 13 di assistente amministrativo. «Una situazione che, nel tempo, si è ulteriormente aggravata - spiega Isceri - a causa dei sistematici tagli agli organici e che nei precedenti anni era stata attenuata grazie al cosiddetto “organico del cratere” prima, e “dall’organico Covid” poi.
La conferma. Le criticità trovano conferma nelle parole di molti dirigenti scolastici. «È una situazione di emergenza - spiega Francesco Trauzzi, dirigente dell’Istituto comprensivo Bassa Sabina di Poggio Mirteto, che conta 13 sedi scolastiche - siamo al limite. Ho chiesto organico aggiuntivo perché col tempo prolungato, l’introduzione delle ore aggiuntive di scienze motorie nelle V della scuola primaria, se un giorno dovesse mancare un collaboratore da qualche parte, si rischia di non aprire quel determinato plesso».
Paola Testa, dirigente allo Jucci di Rieti e all’Angelo Maria Ricci ha chiesto un incremento di organico. «Nel post Covid - osserva la preside reatina - si sono ripristinate tutte le attività e si è ampliato il piano dell’offerta formativa. Siamo però con personale contato e sotto organico sui collaboratori scolastici. Per garantire le presenza nella succursale dello Jucci, ho scoperte le palestre dello Scientifico e del Classico. Non è un eufemismo dire che si lavora in situazioni di emergenza». Diciotto collaboratori per 14 plessi in diversi paesi anche lontani, con mense da gestire, sorveglianza e igienizzazione, ferie, malattia e permessi, orari prolungati per il tempo pieno per il Forum Novum di Torri in Sabina.
La preside Valentina Bertazzoli è categorica «Con questi numeri - conclude - come si pensa di andare avanti? Se si ammalano contemporaneamente due collaboratori, rischio di dover ridurre il tempo scuola in alcuni plessi o di non aprire. Si deve necessariamente correre ai ripari e invertire la rotta. Siamo seriamente in difficoltà. La politica, i Comuni ne prendano atto e, insieme, si cerchino soluzioni: così si rischia di non farcela».