Sos scuola: nel Reatino manca più della metà del personale. Molti istituti rischiano di non aprire

Sos scuola: nel Reatino manca più della metà del personale. Molti istituti rischiano di non aprire
di Samuele Annibaldi
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Domenica 25 Settembre 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 12:15

RIETI - La grave carenza di personale, soprattutto di collaboratori scolastici, sta mettendo a dura prova la funzionalità delle scuole. A lanciare l’allarme è il segretario provinciale dello Snals, Luciano Isceri, che torna sul tema del personale Ata, che tra collaboratori scolastici e addetti alle segreterie ha visto in Italia 27mila posti vuoti dopo i pensionamenti e di questi solo 10mila sono stati destinati alle immissioni in ruolo.

Nel Reatino, su 46 posti, ne sono stati ricoperti solo 19 di collaboratore scolastico e solo 5 su 13 di assistente amministrativo. «Una situazione che, nel tempo, si è ulteriormente aggravata - spiega Isceri - a causa dei sistematici tagli agli organici e che nei precedenti anni era stata attenuata grazie al cosiddetto “organico del cratere” prima, e “dall’organico Covid” poi.

Da quest’anno, venute meno, contemporaneamente, queste due dotazioni aggiuntive sono mancati un centinaio di posti che si sono aggiunti alle carenze strutturali». L’esponente sindacale, per la mancata riconferma delle risorse alla riattivazione di questi organici, evidenzia situazioni di grave difficoltà nelle scuole reatine, che non riescono più a portare avanti l’ordinaria amministrazione, non soltanto per la gestione degli spazi ma anche per il supporto agli alunni disabili, il cui numero è salito negli ultimi anni. «Riceviamo segnalazioni e richieste di intervento - osserva Isceri - dalla quasi totalità delle nostre scuole, per lo più dislocate in decine di plessi in Comuni diversi, con una dotazione che non va oltre un collaboratore scolastico a plesso, che dovrebbe provvedere agli obblighi di vigilanza, anche nelle mense e a quelli sulla sicurezza e l’igiene».

La conferma. Le criticità trovano conferma nelle parole di molti dirigenti scolastici. «È una situazione di emergenza - spiega Francesco Trauzzi, dirigente dell’Istituto comprensivo Bassa Sabina di Poggio Mirteto, che conta 13 sedi scolastiche - siamo al limite. Ho chiesto organico aggiuntivo perché col tempo prolungato, l’introduzione delle ore aggiuntive di scienze motorie nelle V della scuola primaria, se un giorno dovesse mancare un collaboratore da qualche parte, si rischia di non aprire quel determinato plesso».

Paola Testa, dirigente allo Jucci di Rieti e all’Angelo Maria Ricci ha chiesto un incremento di organico. «Nel post Covid - osserva la preside reatina - si sono ripristinate tutte le attività e si è ampliato il piano dell’offerta formativa. Siamo però con personale contato e sotto organico sui collaboratori scolastici. Per garantire le presenza nella succursale dello Jucci, ho scoperte le palestre dello Scientifico e del Classico. Non è un eufemismo dire che si lavora in situazioni di emergenza». Diciotto collaboratori per 14 plessi in diversi paesi anche lontani, con mense da gestire, sorveglianza e igienizzazione, ferie, malattia e permessi, orari prolungati per il tempo pieno per il Forum Novum di Torri in Sabina.

La preside Valentina Bertazzoli è categorica «Con questi numeri - conclude - come si pensa di andare avanti? Se si ammalano contemporaneamente due collaboratori, rischio di dover ridurre il tempo scuola in alcuni plessi o di non aprire. Si deve necessariamente correre ai ripari e invertire la rotta. Siamo seriamente in difficoltà. La politica, i Comuni ne prendano atto e, insieme, si cerchino soluzioni: così si rischia di non farcela».

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