Occupazione abusiva a Leonessa
condannato presidente dell'Asi Aquila

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Martedì 11 Febbraio 2014, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 16:54
Un'occupazione che da pacifica si trasform in violenta quando gli fu imposto di sgomberare il fondo di Santogna, un'area di 600 ettari ricadente nel comune di Leonessa ma della quale proprietario il Comune dell'Aquila. Vicenda dalla quale è scaturito un processo, dopo l'indagine condotta dalla forestale, celebrato per competenza territoriale davanti al tribunale di Rieti, dove Stefano Romano, presidente dell'Alleanza Sportiva Italiana che ha sede a Lucoli, nell'Aquilano, è stato condannato dal giudice monocratico, Tommaso Martucci, a un anno e nove mesi (pena sospesa e non menzione) per violenza privata aggravata, furto aggravato, danneggiamento, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e false attestazioni nonchè al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro al Comune abruzzese al risarcimento dei danni da quantificare in sede civile.Tutto era iniziato con la decisione, da parte del comune aquilano, di affidare la gestione di Santogna all'Asi (unica a rispondere al bando pubblico), poi annullata perchè la Provincia di Rieti, la regione Abruzzo e l'avvocatura si erano opposti alla scelta trattandosi di un'area demaniale destinata ad attività zootecniche e sollevando questioni di legittimità degli usi civici, motivo per il quale l'amministrazione aquilana aveva deciso, in via di autotutela, di revocare la delibera di assegnazione del predio.L'ordinanza di sgombero aveva generato una lunga battaglia tra Romano e l'amministrazione, quest'ultima riuscita a rientrare in possesso dell'area dopo due anni. Durante l'istruttoria dibattimentale sono stati rievocate tutte le azioni messe in campo da Romano per impedire lo sgombero, dal cambio delle serrature di accesso al fondo a furgoni parcheggiati in modo da impedire l'accesso ai carabinieri, per finire a vari comportamenti ostruzionistici tenuti verso chi cercava di eseguire il provvedimento e, infine, all'autorizzazione (illegittima) concessa dall'imputato a una ditta boschiva di tagliare gli alberi, che gli è costata la condanna anche per furto aggravato.
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