Rieti, il vescovo Pompili a Santa Rufina
incontra i fedeli per la festa di Sant'Antonio

Rieti, il vescovo Pompili a Santa Rufina incontra i fedeli per la festa di Sant'Antonio
di Daniela Melone
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Venerdì 15 Gennaio 2016, 17:12
RIETI - I festeggiamenti in onore di Sant’Antonio abate a Santa Rufina hanno preso il via con un incontro che ha visto il vescovo Domenico Pompili parlare ai tanti intervenuti al centro pastorale. Ad accoglierlo il parroco don Lorenzo Blasetti, i membri del gruppo promotore della festa, il sindaco di Cittaducale Roberto Ermini.

“La festa è davvero qualcosa di necessario per la vita di una persona e di una comunità? O si rischia di entrare in un divertificio, smarrendo il suo senso profondo?”. Da queste domande muove la riflessione del pastore della chiesa reatina. “Un limite della nostra società – dice il vescovo - è quello di formattare il senso della festa dentro i centri commerciali. Anche noi cristiani abbiamo smarrito i sensi della festa. L’eucaristia domenicale è alle volte tutt’altro che coinvolgente”.

Ma allora come fare per recuperare il senso vero della festa? “Bisogna – aggiunge il vescovo – far entrare in gioco tutti i nostri sensi, attorno al senso vero della festa. Occorre poi riscoprire l’attesa della vigilia, che predispone alla festa stessa, una possibilità oggi messa in discussione dallo sballo o dalla febbre del sabato sera. Poi viene l’Eucaristia, il cuore della festa, terminata la quale tutto si apre verso altri registri come la tavola. Ciò che veramente crea il senso della festa ha anche a che fare con la cura del cibo, oltre che con la cura per i rapporti. La festa si irradia inoltre come momento per riscoprire la propria corporeità, libertà e movimento per riappropriarci del corpo anche attraverso una passeggiata o l’attività fisica”.

Per festeggiare davvero poi, bisogna avere la percezione di perder tempo, giocare e riposare per ritrovare se stessi e il mondo della natura. Il vescovo ha invitato a far festa anche insieme a chi è nel bisogno, per tornare rigenerati e con un’attenzione in più verso l’altro. Solo così si potrà ritrovare il giusto ritmo che risveglia i sensi e non correre il rischio di vivere la festa uscendone più depressi di prima.

A riscoprire il senso delle feste ci ha pensato anche la famiglia Orsolini, a capo di una grande azienda che nel periodo di Natale è rimasta chiusa otto giorni avvisando la clientela della volontà dei dipendenti di passare le feste in famiglia. Un bel messaggio fatto recapitare anche al vescovo di Rieti, dal quale in molti potrebbero prendere spunto. 
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