Dopo dodici anni Sandro Grassi assolto dall'accusa di falso ideologico. Prosciolti anche Fabrizio Pascasi e Alfio Leonardi

Dopo dodici anni Sandro Grassi assolto dall'accusa di falso ideologico. Prosciolti anche Fabrizio Pascasi e Alfio Leonardi
di Massimo Cavoli
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Venerdì 24 Febbraio 2023, 00:10

RIETI - Hanno dovuto attendere quasi dodici anni per essere assolti in tribunale, al termine di un processo che può tranquillamente simboleggiare la proverbiale lentezza della giustizia. Cinque anni trascorsi dall’iscrizione nel registro degli indagati, avvenuta nel 2012, fino alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura depositata nel 2017, altri sei anni (complici i rinvìì causati dall’emergenza pandemica) sono stati poi necessari per giungere alla sentenza di primo grado pronunciata dal tribunale, che ha scagionato «perché il fatto non sussiste» l’ex sindaco di Antrodoco, Sandro Grassi, il presidente del consiglio comunale in carica nel 2012 Fabrizio Pascasi, e il segretario comunale Alfio Leonardi, accusati di falso ideologico. 

Vicenda giudiziaria originata dall’esposto presentato dai due consiglieri di minoranza Andrea Gianni e Domenico Brandelli, in relazione a una delibera consiliare in cui i tre imputati avrebbero omesso di riportare la surroga in consiglio di un consigliere che aveva preso il posto del dimissionario Paolo Anthony Fleming. Accusa originaria che aveva perso consistenza nel corso dell’istruttoria dibattimentale, tanto che dopo aver ascoltato le deposizioni dei due consiglieri querelanti, era stato lo stesso rappresentante dell’accusa a chiedere al giudice monocratico Alessio Marinelli la riformulazione del capo di imputazione, trasformando «l’omessa indicazione della votazione», nella nuova ipotesi di «indicavano, contrariamente al vero, l’avvenuta votazione».

Lunga attesa. E, comunque, a rendere surreale tutta la vicenda c’era stato anche il fatto che a nessuno degli imputati era stato mai contestato di aver agito perseguendo qualche interesse illecito (eventuale ipotesi di abuso d’ufficio), così da far apparire alla fine l’omissione come una circostanza fine a se stessa, tanto che al termine della discussione è stato lo stesso vice procuratore onorario a chiedere l’assoluzione degli imputati. 

La tesi difensiva. Prima di lui, era stato l’avvocato Antonio Perelli, difensore di Grassi e Pascasi, a parlare di «un falso innocuo, perché riportare oppure no la votazione non avrebbe comportato alcuna conseguenza sull’esito della surroga in consiglio e sulla validità dell’atto», e lo stesso ha sostenuto anche l’avvocato Cristian Baiocchi nel rimarcare la correttezza del segretario comunale Alfio Leonardi nel sottoscrivere la delibera. In aggiunta alla posizione del solo Grassi, attuale coordinatore provinciale di Forza italia, Perelli ha poi evidenziato che «la pecularietà di tutta questa storia consiste nel fatto che il sindaco aveva partecipato al consiglio comunale, ma non alla stesura della delibera non essendo stato presente in alcun modo.

Nonostante la sua totale estraneità fosse emersa in modo lampante sin dalle prime fasi, era stato ugualmente rinviato a giudizio».

Un processo che, alla luce dell’esito finale, non sarebbe dovuto mai cominciare, ma che ha impegnato risorse e tempo della giustizia per dodici anni. 
 

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