Salisano, la Fonte del Pozzo torna
al suo antico splendore

Una speleologa del Gruppo Vespertilio
di Samuele Annibaldi
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Venerdì 10 Aprile 2015, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 16:41
SALISANO - Restaurata a Salisano la duecentesca Fonte del Pozzo. Continua l’opera di valorizzazione del patrimonio storico immobiliare da parte del Comune. Comune che dopo aver acquistato e ristrutturato l’antico Palazzo Galloni, ricavandone dieci appartamenti destinati all’edilizia economica e popolare, il nobiliare Palazzo Novelli ed il seicentesco Palazzo Anderson, adibito dal 1994 a Casa comunale di riposo per anziani, ha ora ottenuto dalla Regione un contributo a fondo perduto di 528mila euro per i lavori, attualmente in corso, dell’ampliamento della casa di riposo.



IL PROGETTO DI RECUPERO

In questa ottica si inserisce il progetto di recupero e restauro dei manufatti costituenti l’antico fontanile di epoca medievale denominato Fonte del Pozzo e dell’area degradata di pertinenza e di accesso allo stesso. Il progetto è stato accolto favorevolmente dalla Regione nell’ambito del programma regionale “Sulle tracce del passato… per rivivere il presente”.



Le opere previste nel progetto consistono nel ripristino e nella bonifica dell’area di pertinenza e di accesso alla fontana, nel restauro delle murature verticali e delle vasche, nel ripristino dei canali di adduzione e di scarico delle acque, nella realizzazione di un’illuminazione artistica e nella fornitura e posa in opera di segnaletica e di opere di arredo urbano.



I DATI STORICI

La Fontana del Pozzo, è stata realizzata tra il XII ed il XIII secolo per l’utilizzo ed il prelievo dell’acqua ad uso umano come riportato in numerosi testi conservati presso l’archivio storico comunale di Salisano. È alimentata da un condotto di epoca romana. Il cunicolo, esplorato dal Gruppo speleo archeologico Vespertilio, è lungo 15 metri e si interrompe in prossimità di un pozzo ostruito dall’alto.



“Si hanno notizie di alcuni restauri della fontana a partire già dal 1597 ad opera di un certo Antonio Lombardo che venne pagato con 10 scudi di argento – spiega Cristiano Ranieri archeologo e assessore del Comune di Salisano- alcuni tratti dell’acquedotto si caratterizzano infatti per la presenza di rifacimenti avvenuti in epoche diverse”.



“Grazie a questo finanziamento” – ha detto il sindaco Lucio Neri- si potrà restituire alla popolazione una monumento importante che fa parte della storia del nostro paese”.