Rieti, coronavirus, sos lanciato
da casa di riposo: «Mancano
dispositivi per gestire l'emergenza»

Rieti, coronavirus, sos lanciato da casa di riposo: «Mancano dispositivi per gestire l'emergenza»
di Daniela Melone
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Domenica 5 Aprile 2020, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 19:55

RIETI - Dodici ospiti di cui tre positivi al coronavirus. Positiva anche una operatrice. Altri tre impegnati in doppi turni massacranti, con dispositivi di sicurezza che scarseggiano. È la situazione di Villa Speranza, residenza per anziani a Rivodutri, gestita da Alessia Lilli, dove martedì scorso la Asl ha effettuato i tamponi a tutti, ospiti e dipendenti della struttura.

Rieti, coronavirus: isolata anche la Rsa di Rivodutri

«Giovedì abbiamo avuto le risposte – spiega l’infermiera Daria Grifoni – Ma già lunedì avevamo segnalato alla Asl la situazione di difficoltà a causa dei dispositivi di protezione che non ci sono. Il direttore sanitario ci ha risposto, lunedì scorso, che avrebbe provveduto immediatamente, ma ad oggi ancora ne siamo sprovvisti. Da soli ci siamo dovuti procurare le tute di protezione, ma è difficile anche reperire il materiale, perché siamo in quarantena attiva e possiamo fare solo il tragitto casa lavoro, lavoro casa».

A Villa Speranza tutto è cominciato con l’arrivo, qualche settimana fa, di due nuove utenti, due sorelle. Una delle due è stata ricoverata in ospedale ed è poi risultata positiva. «La Asl ci ha suggerito di tenere in quarantena la sorella, che dormiva in camera con lei».

Quest’ultima, risultata negativa al tampone, viene gestita ora come una normale ospite. Non accade però lo stesso per altre tre persone, risultate positive. Uno di loro ha meno di 70 anni, le altre intorno ai 90. Stanno bene, niente febbre, per una di loro solo un po' di tosse.

La loro gestione è in carico alla responsabile della struttura. Dalle loro stanze entra ed esce solo lei.
«Avevamo chiesto alla Asl, tramite una mail, in che modo gestire l’emergenza – aggiunge l’infermiera - Ma nessuno ci ha risposto. Il sindaco ci ha fatto avere delle mascherine chirurgiche, ma abbiamo bisogno di altro materiale, ci servono i copri scarpe ad esempio, che una volta usciti da quelle stanze, vanno buttati. La situazione è allucinante e drammatica, noi cerchiamo di andare avanti, ma è molto difficile. Qui ci sono utenti che prendono meno di 600 euro di pensione. Per fortuna la solidarietà arriva dalle famiglie degli ospiti: la figlia di un signore ha pagato a sue spese la sanificazione della struttura, un’altra famiglia ha offerto questa sera la cena a tutti noi. Già avevamo segnalato alla Asl le difficoltà ne gestire gli utenti in quarantena, vista l’assenza di dispositivi di sicurezza, figuriamoci ora con i tre casi positivi, uno dei quali ha particolari esigenze. Nel frattempo noi siamo costretti ad isolarci dalle nostre famiglie fino al 15 aprile».

Su facebook il post della Grifoni ha fatto il giro della rete: «Noi ce la stiamo mettendo tutta per gestire questa emergenza che ci ha colpite da vicino e per garantire assistenza e sicurezza ai nostri nonni. Abbiamo segnalato alla Asl, lunedì, che siamo senza dispositivi di protezione, che comunque stiamo cercando di reperire a nostre spese, ma non sempre è’ possibile, data anche la nostra impossibilità a uscire da qua. Il sindaco di Rivodutri Michele Paniconi ci sta aiutando in tutti i modi, ma non basta... abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. In particolare ci servirebbero guanti, mascherine, pannoloni e salviettine igieniche».

L’accorato appello è stato ascoltato da una donna di buon cuore, che ieri ha consegnato all’operatrice quattro pacchi di guanti monouso. «È stato un gesto di una persona dal grande cuore – sottolinea l’operatrice – il regalo più bello che potessi ricevere».

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