Giornata della memoria delle vittime delle mafie, nella sede del sindacato Libera e Uil ricordano Domenico Geraci

Giornata della memoria delle vittime delle mafie, nella sede del sindacato Libera e Uil ricordano Domenico Geraci
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Sabato 20 Marzo 2021, 12:39

RIETI - «La pandemia limita gli spostamenti, obbliga all’attenzione, alla responsabilità e alla prudenza. Una cosa però non può frenare: il ricordo. E così nella ventiseiesima giornata della Memoria e dell’impegno delle vittime innocenti delle mafie organizzata da Libera, la Uil di Rieti ha deciso di partecipare idealmente a questo tradizionale momento di riflessione e approfondimento: rispettando tutte le normative anticontagio, Alberto Paolucci (Segretario della Uil di Rieti), Pino Strinati (Coordinatore Uilp Rieti) e Maurizio De Marco (Referente di Libera per Rieti), si sono ritrovati questa mattina nella sede di via Matteucci, dove da anni la sala riunioni è stata dedicata a Domenico Geraci». Lo fa sapere in una nota stampa la Uil di Rieti e della Sabina romana.

«Domenico, Mico per gli amici, era un sindacalista Uil che venne ucciso a fucilate sotto casa nell’ottobre del 1998 – si legge nella nota stampa – Domenico aveva quarantaquattro anni e aveva denunciato con forza la presenza dei boss a Caccamo, la sua città natale. Pagò quelle denunce con la vita».

«Con questa iniziativa simbolica – dichiarano Paolucci, Strinati e De Marco – abbiamo idealmente deciso di abbracciare gli altri territori del Paese nel giorno del ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Oggi le mafie si sono evolute: agiscono nel silenzio, fanno affari, inquinano il tessuto economico e sociale, condizionano la quotidianità dei cittadini.

Non premono più il grilletto, perché indossano il colletto bianco. Ma restano intatti i metodi mafiosi che caratterizzano il loro illecito operato».


«La cultura è l’antidoto alla violenza – aggiunge De Marco – La cultura risveglia le coscienze, semina responsabilità e genera partecipazione. La partecipazione e l’impegno sociale è fondamentale per tenere viva la memoria».


«Lottare contro le mafie è un dovere quotidiano – concludono Paolucci, Strinati e De Marco – Mico è stato esempio di coraggio e onestà, come coraggio e onestà hanno dimostrato tutte quelle persone morte per difendere i principi della legalità».

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