Rieti, l'olimpionico Vito Ceccarelli
dal fucile al sax, le passioni
di una vita: «Giorni difficili anche
per lo sport. Tokyo? Un rebus»

Vito Ceccarelli ieri e oggi
di Paolo Annibaldi
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Domenica 22 Marzo 2020, 14:54 - Ultimo aggiornamento: 14:56
RIETI - Nove anni in Nazionale, due volte vicecampione italiano, una partecipazione ad un mondiale, due tornei pre olimpici vinti e una olimpiade, seppur come riserva, nella squadra che nel 1984 a Los Angeles portò Luciano Giovannetti all’oro nel tiro al volo. Vito Ceccarelli, 66 anni, di Poggio Mirteto, oggi è un apprezzato sassofonista, ma lo “strumento” che da ragazzo lo portò alla ribalta delle cronache sportive non fu il sax, bensì il fucile da piattello che imbracciò giovanissimo, quasi per caso. 

«Ho cominciato per gioco - racconta Vito Ceccarelli - dissero al dottor Sabuzi di Tarano, proprietario di un campo di tiro, che sparavo bene a caccia, lui organizzò una gara e io che non avevo mai sparato a un piattello vinsi il primo premio. Forse era un qualcosa che avevo dentro e non lo sapevo».

Per Ceccarelli subito successi. Vinto il campionato italiano di terza categoria a Foligno vinto con 96 centri su 100 tiri, arrivò la prima categoria: due volte secondo ai campionati italiani in una specialità, la Fossa olimpica, in cui il livello dei tiratori tricolore è da sempre tra i più alti al mondo. Arriva la Nazionale e il pre olimpico. «Mi qualificai dopo aver vinto un estenuante pre olimpico - ricorda Ceccarelli - tre serie da 200 piattelli ognuna: feci due volte 196 e poi 190».

Per  Vito Ceccarelli, non ancora trentenne, la chiamata come riserva nella spedizione azzurra, che tornò dalle Olimpiadi di Los Angeles con la medaglia d’oro grazie alla performance nella finalissima di Luciano Giovannetti. Vito Ceccarelli ha poi sfiorato la partecipazione anche alle Olimpiadi di Seul nel 1988 dopo un pre olimpico da 148 centri su 150 piattelli, ma si dovette fermare causa l’insorgere di problemi di salute che lo costrinsero a cure incompatibili con l’attività sportiva.

Tra le due esperienze olimpiche il mondiale in Francia, a Megeve in Alta Savoia dove si classificò nono. «Essere tra i primi 10 al mondo - ricorda il tiratore mirtense - non è male ma per quella che era la tradizione e le potenzialità della scuola italiana di tiro non lo considerai un gran risultato».    

Ritiratosi dalle gare Vito Ceccarelli ha definitivamente abbracciato l’altra passione della sua vita, la musica, studiando e perfezionando la tecnica e divenendo un virtuoso del sax tra concerti e serate con cantanti e musicisti.

Inalterata però la passione per lo sport. «Con quello che sta succedendo in questi giorni con l'emergenza Coronavirus a livello mondiale c’è di che essere preoccupati, per la salute di noi tutti, i risvolti economici e sociali e anche per lo sport. Prendiamo le Olimpiadi di Tokyo: se dovessero saltare sarebbe una sciagura per tutti gli sportivi che sacrificano una vita puntando a una partecipazione che se dovesse sfumare comporterebbe risvolti pesanti per le loro carriere. Ma la salute viene prima di tutto: mi raccomando, restate a casa».
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