Rieti, violenza tra i giovani: gli episodi ora dilagano

Via Garibaldi
di Emanuele Faraone
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Lunedì 24 Maggio 2021, 00:10

RIETI - Episodi di zuffe e colluttazioni tra giovani in città in preoccupante aumento e che vanno a interessare una delicata fascia della popolazione, cui si aggiunge - anche alla luce delle recenti operazioni di polizia - il crescente consumo di droghe tra ragazzi e minorenni. Sabato scorso - dopo la zuffa tra due giovani maggiorenni reatine in pieno centro, in via Garibaldi - in tarda serata, a piazza Cavour, intervento delle forze dell’ordine con pattuglie della squadra volante e del Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Rieti presso un gruppo di giovani, uno dei quali poi accompagnato al comando provinciale dell’Arma. Sempre in via Garibaldi, sabato scorso, altra violenta aggressione ai danni di un reatino finito poi in ospedale. E poi, ancora, colluttazioni a largo Bonfante e compravendita, anche di eroina, in zone del centro storico.

Lo scenario
Una situazione di difficile gestione che - nonostante la presenza delle forze dell’ordine, con attività continue di vigilanza e pattugliamenti implementati anche dai servizi antiCovid predisposti dal questore Maria Luisa Di Lorenzo - rimane difficile da disinnescare. L’ultimo episodio sabato in via Gabribaldi, sul marciapiede di fronte al bancomat dell’istituto di credito. Non ha riportato gravi conseguenze a livello cranico la giovane finita a terra battendo la testa, dopo essere stata spintonata da un’altra ragazza. Ma l’episodio è la spia di una situazione giunta ormai al limite. Il diverbio sarebbe divampato in via Centuroni poi, mentre la ragazza era seduta sul marciapiede in compagnia di altri suoi amici, è stata raggiunta dalla rivale che, dopo un alterco, l’ha spintonata facendola cadere sul marciapiede dove ha picchiato la testa. La giovane è stata trasportata in ospedale dal 118. Numerosi i commenti che - troppo semplicisticamente - associano questi frequenti episodi al consumo di alcol. «Mi chiedo piuttosto dove siano prima di tutto le famiglie di questi giovani - osserva Antonio Sacco, uno dei tanti operatori economici reatini legati a locali pubblici di somministrazione di bevande - la soluzione più facile è sempre quella di additare come “colpevole” chi dà da bere. La realtà è che esistono nuclei familiari privi di attenzione verso i propri figli, la scuola spesso non riesce a fornire strumenti educativi adeguati alle odierne problematiche giovanili e le istituzioni territoriali sono spesso latitanti. Noi andavamo in giro senza una lira in tasca, oggi i nostri figli, anche minorenni, hanno sempre disponibilità di denaro». Una cruda realtà, cui si va a sommare l’esaltazione di modelli negativi - come nelle serie tv - e un passaggio di lockdown che ha lasciato il segno. 
«Siamo una società - chiude Sacco - che preferisce non ricordare da dove viene.

Il baluardo della prevenzione delle famiglie sembra ora privo di efficacia, con nuclei distratti da carriera, problemi e lavoro». Un segnale molto preoccupante, come aveva spiegato la psicologa e psicoterapeuta reatina, Angela Porrazzini, intervistata da Il Messaggero su lockdown e droghe, che parlava di giovani «esasperati» e sotto forte stress, che devono fare i conti con una situazione legata alla pandemia e al lockdown, non riuscendola più a gestire. Da qui l’esplosione di situazioni di disagio, consumo di droghe ed episodi di violenza, il più delle volte originati da futili motivi, eppure sufficienti ad accendere la miccia con conseguenze spesso gravi e inaccettabili.

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