Boom di contatti
In un amen è arrivato un diluvio di contatti e di ricordi, postati da gente che ha passato l’adolescenza nel parcheggio di quel bar che si riempiva di motorini, ma anche nella zona del Platani o nei muretti delle vie limitrofe. In un attimo sono esplose nella mente le immagini dei Sì della Piaggio, dei Fifty, delle Vespe e delle moto 125. I pantaloni firmati, i primi amori, i genitori che passavano in macchina e cercavano invano di vedere i figli in mezzo a migliaia di ragazzi stretti in pochi metri quadrati. «Ognuno aveva uno spazio - ricorda Bianchetti - tutto partiva da lì: feste, concerti, mode. Era come facebook, ma nella vita reale. Ora ogni giorno lancerò un tema: che motorino avevate, che marca di jeans, che canzone ricordate. Puntiamo anche a raccogliere foto». Impresa non certo facile, se si pensa che all’epoca gli smartphone non esistevano e le foto restavano nei rullini.
La memoria che rivive
Sui social piovono post a ritmo incessante. Solo ricordi bellissimi, nonostante quel mondo finì anche per essere demonizzato al punto che alcuni accolsero con sollievo la chiusura del De Santis che pose fine a vent’anni di storia e costume cittadino. Quando la serranda si abbassò partì una vera e propria rivoluzione culturale e sociologica e la città, comunque la si voglia vedere, non è stata più la stessa e non ha più avuto un punto di aggregazione come quello. Gli stessi avventori della pagina lo scrivono, marcando la grande differenza tra la zona del De Santis e quella del Ponte Romano di oggi. E c’è chi chiede un ritorno in Viale, magari un flashmob dopo l’estate. «Sarebbe bello - conclude Bianchetti - ma con le regole attuali non si può. Ho in mente tante cose, dai concerti a molto altro. Ci penseremo quando finirà l’emergenza. Intanto riviviamo su facebook quelli che sono stati i nostri anni d’oro».
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