Rieti, Viale Maraini: il ricordo viaggia sui social

Il bar De Santis in viale Maraini
di Emanuele Laurenzi
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Giovedì 23 Luglio 2020, 06:36
RIETI - Le vasche, il De Santis, il Viale, quello con la “V” maiuscola. Ed è subito amarcord. Nostalgia e ricordi di una Rieti che non c’è più, di una Rieti appartenuta ad almeno 5 generazioni di giovani: perché se sei nato tra il 1965 e il 1985, non potevi non aver passato almeno una giornata in quel piazzale e non potevi non aver passeggiato avanti e indietro lungo quei 250 metri di viale Maraini tra via Contigliano e via Leonessa. Erano gli anni d’oro di questa città, per dirla parafrasando gli 883 «gli anni delle immense compagnie e gli anni in motorino sempre in due». Un’epoca finita all’alba degli anni 2000, quando il bar De Santis abbassò definitivamente la serranda. Da qualche giorno sui social, però, l’atmosfera del Viale è tornata a vivere grazie alla pagina facebook «Le vasche in viale Maraini - Generazione ‘70», aperta da Cristian Bianchetti, reatino doc, ciclista e artista da sempre ispiratore di idee ed eventi. «Sabato sera ero al ponte romano - dice Cristian - e mi sono reso conto che della mia generazione, dei 40-50enni, c’erano 6 persone. Dalla nostalgia, dal disagio, è nata l’idea di questa pagina».

Boom di contatti
In un amen è arrivato un diluvio di contatti e di ricordi, postati da gente che ha passato l’adolescenza nel parcheggio di quel bar che si riempiva di motorini, ma anche nella zona del Platani o nei muretti delle vie limitrofe. In un attimo sono esplose nella mente le immagini dei Sì della Piaggio, dei Fifty, delle Vespe e delle moto 125. I pantaloni firmati, i primi amori, i genitori che passavano in macchina e cercavano invano di vedere i figli in mezzo a migliaia di ragazzi stretti in pochi metri quadrati. «Ognuno aveva uno spazio - ricorda Bianchetti - tutto partiva da lì: feste, concerti, mode. Era come facebook, ma nella vita reale. Ora ogni giorno lancerò un tema: che motorino avevate, che marca di jeans, che canzone ricordate. Puntiamo anche a raccogliere foto». Impresa non certo facile, se si pensa che all’epoca gli smartphone non esistevano e le foto restavano nei rullini.

La memoria che rivive
Sui social piovono post a ritmo incessante. Solo ricordi bellissimi, nonostante quel mondo finì anche per essere demonizzato al punto che alcuni accolsero con sollievo la chiusura del De Santis che pose fine a vent’anni di storia e costume cittadino. Quando la serranda si abbassò partì una vera e propria rivoluzione culturale e sociologica e la città, comunque la si voglia vedere, non è stata più la stessa e non ha più avuto un punto di aggregazione come quello. Gli stessi avventori della pagina lo scrivono, marcando la grande differenza tra la zona del De Santis e quella del Ponte Romano di oggi. E c’è chi chiede un ritorno in Viale, magari un flashmob dopo l’estate. «Sarebbe bello - conclude Bianchetti - ma con le regole attuali non si può. Ho in mente tante cose, dai concerti a molto altro. Ci penseremo quando finirà l’emergenza. Intanto riviviamo su facebook quelli che sono stati i nostri anni d’oro».
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