Rieti, tre Comuni hanno deciso di abbandonare l'Unione dei Comuni "Nova Sabina"

Walter Ferzi
di Samuele Annibaldi
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Sabato 20 Giugno 2020, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 14:20
RIETI - Hanno deciso di uscire dall’Unione dei Comuni “Nova Sabina” Poggio Catino, Casperia e Roccantica.
 
Dopo quasi vent’anni di appartenenza, i tre Comuni, considerano l’esperienza al capolinea e rimarcano il fatto che le Unioni non incarnano più lo spirito e le motivazioni per le quali erano nate: gestire i servizi in forma unificata ottimizzando e portando risparmi concreti ai Comuni ed efficienza nel modo di gestire i servizi stessi.
 
Considerazioni, servizi e bilanci
Si pensi all’esperienza dei corpi di Polizia locale in sofferenza come organici, raccolta rifiuti e differenziata, gestione pubblica illuminazione (anche se in questi ultimi due casi è solo l’aspetto gestionale che fa capo all’Unione). In origine i bilanci delle Unioni nate alla fine anni ’90 e quelli dei Comuni, erano ben diversi e il contesto storico nel quale erano nate queste aggregazioni era sicuramente diverso da quello odierno. Una considerazione che diversi Comuni iniziano a fare, se si pensa che la scorsa settimana anche nell’Unione Bassa Sabina di Poggio Mirteto, il comune di Stimigliano aveva comunicato l’intenzione di uscire, mentre quello di Torri in Sabina aveva preso una pausa di riflessione.
 
L’approfondimento e la sentenza della Corte costituzionale
Un inciso e un aspetto importante riguardo l’associazionismo è poi quello che il governo ha istituito un tavolo tecnico-politico per la redazione di linee guida finalizzate, al superamento dell’obbligo di gestione associata delle funzioni e alla semplificazione degli oneri amministrativi e contabili a carico dei comuni, soprattutto di piccole dimensioni.

 Sulle previsioni relative all’esercizio obbligatorio in forma associata delle funzioni comunali, più volte oggetto di proroga (attualmente al 31 dicembre 2020) dei termini di applicazione, è inoltre intervenuta la Corte costituzionale con una sentenza del 4 marzo 2019 nella quale ha dichiarato incostituzionale la norma che imponeva ai comuni con meno di 5 mila abitanti di gestire in forma associata le funzioni fondamentali, laddove non consente ai comuni di dimostrare che, in quella forma, non sono realizzabili economie di scala o miglioramenti nell’erogazione dei beni pubblici alle popolazioni di riferimento. Secondo la Corte costituzionale, l’obbligo imposto ai comuni sconta un’eccessiva rigidità perché dovrebbe essere applicato anche in tutti quei casi in cui: non esistono comuni confinanti parimenti obbligati;  esiste solo un comune confinante obbligato, ma il raggiungimento del limite demografico minimo comporta il coinvolgimento di altri comuni non in situazione di prossimità;  la collocazione geografica dei confini dei comuni (per esempio in quanto montani e caratterizzati da particolari fattori antropici, dispersione territoriale e isolamento) non consente di raggiungere gli obiettivi normativi.
 
L’Unione Nova Sabina e la nota dei sindaci che recedono
Tornando all’Unione “Nova Sabina”, con una nota al presidente, Egisto Colamedici sindaco di Selci e agli altri Comuni partner: Montebuono, Magliano Sabina e Collevecchio, i tre sindaci dei Comuni di Poggio Catino, Casperia e Roccantica, rispettivamente Walter Ferzi, Marco Cossu ed Alberto Sciarra hanno comunicato ieri la volontà di recedere.   
 
«La presente – si legge nella nota -per  comunicare l'intenzione di recedere dall'Unione di comuni Nova Sabina. Alla luce di quanto sopra si rendono edotti i soggetti in indirizzo che sono in corso di convocazione i Consigli Comunali dei Comuni di Casperia, Poggio Catino e Roccantica. Seguiranno deliberazioni».

«Purtroppo – spiega il sindaco di Casperia Marco Cossu- dobbiamo prendere atto che le Unioni non sono più funzionali agli scopi per cui erano nate una ventina d'anni fa e non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati. Addirittura, rappresentano costi maggiori rispetto agli stessi servizi gestiti direttamente dai Comuni. Un paradosso che non può più essere nascosto in ossequio ad un romantico principio di unità territoriale che, a livello amministrativo, fa acqua da tutte le parti. Già l'anno scorso avevamo convocato i consigli comunali per uscire dall'unione; ci siamo dati un anno di riflessione nella speranza che la situazione potesse migliorare. Ciò non è accaduto, allora preferiamo avere le mani libere e stipulare convenzioni a geometria variabile per offrire alle nostre comunità servizi più efficienti».
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