Imu seconde case, la Uil: «A Rieti l'aliquota più alta»

Alberto Paolucci
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Giovedì 11 Giugno 2020, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 15:43
RIETI - «Chi possiede una seconda casa a Rieti entro il 16 giugno dovrà pagare come acconto 505 euro di Imu, con una spesa totale annua che supererà i mille euro. Chi invece possiede una casa di lusso dovrà sborsare un acconto pari a 1125 euro, per una spesa annua di 2250 euro». Questi i dati elaborati dalla Uil di Rieti e della Sabina Romana sulla base dello studio del Servizio lavoro, coesione e territorio del Sindacato di via Locullo.

«Cifre consistenti – spiega Alberto Paolucci, Segretario della Uil di Rieti e della Sabina romana – A Viterbo l’acconto sulla seconda casa è di 463 euro, per raggiungere complessivamente i 927 euro, mentre per la prima casa di lusso si parte da una prima rata di 959 per totalizzare a fine anno i 1918 euro. Il proprietario di una seconda casa a Frosinone dovrà sborsare entro pochi giorni 443 euro ed entro la fine dell’anno il totale sarà di 886 euro. Per la prima casa di lusso in Ciociaria invece il totale annuo supera i 2400 euro. Di 414 euro è invece l’acconto sul secondo immobile a Latina, che a fine anno raggiungerà il costo di 827 euro, mentre l’immobile lussuoso nel territorio pontino parte invece da 892 euro con un costo totale annuo di 1784».

«Il nostro capoluogo – dice l’esponente Uil – con altre dieci città sparse sul territorio nazionale, vanta un’aliquota sulla seconda casa pari all’11,4 per mille, la più alta in assoluto in Italia. E questo contribuisce a rendere il secondo immobile reatino più caro in termini di Imu rispetto a Viterbo, Latina e Frosinone. Da questa elaborazione resta esclusa Roma, i cui valori sono alle stelle e non paragonabili con gli altri territori regionali».

«Sarebbe stato più giusto rinviare questo pagamento viste le criticità causate dall’emergenza sanitaria – conclude Paolucci – anche se va detto che proprio in questo periodo i Comuni hanno necessità di liquidità per erogare i servizi essenziali. Ma per uscire da queste strettoie, il punto è un altro. Bisogna rimettere mano all’autonomia impositiva di Regioni, Province e Comuni. E al tempo stesso riformare il catasto per riportare equità nella tassazione sugli immobili. Ma sia chiaro, la Uil chiede una riforma che non dovrà comportare maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili».
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