Ferrovia dei due mari. Paolucci (Uil Rieti): «Il treno sta passando, perderlo sarebbe un errore storico»

Ferrovia dei due mari. Paolucci (Uil Rieti): «Il treno sta passando, perderlo sarebbe un errore storico»
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Giovedì 15 Aprile 2021, 12:44

RIETI - «Unire i due mari con una ferrovia. Da Roma a San Benedetto del Tronto e viceversa. La ferrovia dei Due Mari è un progetto antico rimasto sempre nel cassetto, che adesso sta tornando di attualità. Per la sua realizzazione si sono succedute petizioni, richieste, sollecitazioni, convegni e dibattiti. Ma tutto è sempre caduto nel vuoto». Lo dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina romana.

«Eppure – ricorda Paolucci – l’area appenninica tra il Lazio e le Marche ha una carenza atavica di infrastrutture. Soltanto una progettualità di ampio respiro riuscirebbe a spezzerebbe l’isolamento che questi territori denunciano da anni. E’ per questo che riprodurre con una strada ferrata il percorso della via Salaria per la Uil è un progetto che va realizzato senza se e senza ma. E’ altrettanto chiaro, però, che per la sua concretizzazione è necessaria una volontà politica trasversale, che si ponga come obiettivo l’interesse generale delle comunità laziali, abruzzesi e marchigiane».

«Da questo punto di vista – aggiunge l’esponente sindacale – fanno ben sperare le aperture delle forze politiche e delle amministrazioni locali dei territori che trarrebbero vantaggio sia economico che sociale dalla realizzazione della ferrovia dei Due Mari. Va aggiunto poi che Rieti in questa partita potrebbe giocare un ruolo centrale, vista anche la posizione geografica strategica di collegamento da un versante all’altro dell’Italia».

«Stiamo parlando di poco più di duecento chilometri di ferrovia, una parte della quale già esistente anche se logicamente da ammodernare – prosegue Paolucci – Duecento chilometri che giacciono nel cassetto dalla metà dell’Ottocento.

Sembra assurdo ma è così. L’idea di una trasversale centrale risale infatti a quegli anni. Inizialmente non venne realizzata perché l’ultimo tratto sull’Adriatico rischiava di essere esposta ai colpi di cannone dei nemici, seguirono poi considerazioni relative alle pendenze del tracciato. E infine, qualcosa che rimanda più alla contemporaneità, ovvero le logiche di campanile e le misere invidie».

«I tempi adesso sono diversi - conclude il Segretario Uil di Rieti - La consapevolezza che la pandemia ha messo in ginocchio il Paese e che per risollevarsi serve un cambio di passo nonché una visione progettuale per il rilancio economico e sociale dei territori italiani, ripropone un’occasione, che nel centro Italia si chiama Ferrovia dei Due Mari. E che viene dopo un terremoto devastante, i cui segni sono ancora visibili su persone e cose. Il treno sta passando, perderlo sarebbe un errore storico. Ci auguriamo che tutti gli amministratori e i politici eletti nella nostra provincia sappiano fornire un contributo concreto e decisivo, affinché questa infrastruttura possa beneficiare dei fondi messi a disposizione dall’Unione europea».

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