Reatino e la moglie bloccati in Ucraina: ora in salvo in Moldavia

Antonio Antonelli
di Sabrina Vecchi
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Martedì 29 Marzo 2022, 21:10 - Ultimo aggiornamento: 23:04

RIETI - Sono in salvo in Moldavia l'uomo reatino e la moglie ucraina bloccati dal 24 febbraio nella regione di Kherson, in Ucraina. La coppia, dopo un lungo viaggio, è ora in Moldavia. L'uomo, Antonio Antonelli, è di Montisola di Contigliano, la moglie Natasha ucraina.

Pare stiano bene, ma sono sotto choc per le scene viste durante il tragitto, Antonio e Natasha Antonelli, residenti a Montisola di Contigliano, rimasti bloccati da oltre un mese nella complicatissima regione di Kherson, a Nova Kachovka, cittadina distante 300 chilometri da Odessa. «Ero con Antonio ieri mattina, li ho accompagnati io al confine moldavo, ora sono in salvo con gli addetti della Farnesina, ma ne hanno viste di tutti i colori», riferisce l’inviato speciale della Rai redazione esteri, Giammarco Sicuro.

Il percorso. Antonelli e la moglie sono riusciti a spostarsi dalla casa dove erano rifugiati e ad agganciarsi ad un convoglio dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa che stava tentando di portare i cittadini al confine con la Moldavia.

Durante il tragitto, pare che l’esercito russo abbia sequestrato il telefono di Antonio, il quale, infatti, negli ultimi giorni non risultava più reperibile e aveva smesso di rispondere ai messaggi quotidiani tramite i quali comunicava con il sindaco di Contigliano, Paolo Lancia, con i familiari e con noi del Messaggero. Una situazione che aveva lasciato tutti in ulteriore apprensione, considerando il complicatissimo scenario di guerra che si vive nella zona, dove la coppia era rifugiata. Una storia raccontata nei giorni scorsi e che adesso sembrerebbe essere arrivata a una soluzione positiva.

Il racconto. L’inviato della Rai racconta di avere accompagnato Antonelli e la moglie, insieme ad un’altra coppia proveniente dalla regione di Kherson, fino al confine tra l’Ucraina e la Moldavia. E tratteggia la scena di un tragitto agghiacciante. «Raccontano di bambini e anziani uccisi lungo la strada e check point dell’esercito russo controllati da miliziani ceceni», dice l’inviato Rai. «Sono sconvolti per quanto hanno visto, ma stanno bene. I ceceni, visibilmente ubriachi, gli hanno puntato i fucili contro e li hanno costretti ad indietreggiare con il loro carro armato». Antonio e la moglie sarebbero dovuti tornare in Italia lo scorso 24 febbraio, ma hanno scelto di lasciare a due bambini i loro posti sull’ultimo autobus in partenza dalla zona. Da allora, hanno vissuto nella cantina della loro abitazione, insieme ad alcune persone scappate dai bombardamenti. Al Messaggero, in questi difficili giorni, Antonio ha raccontato di missili che passavano sulle loro teste ad ogni ora del giorno e della notte, di città rase al suolo e colonne di fumo e fiamme. E di tanta paura. L’ultimo contatto via whatsApp risale a sabato scorso, quando il cittadino di Contigliano ha riferito di una «situazione stabile». Poi, nessun altro segnale. Adesso si attende il rientro della coppia Antonelli in Italia e poi a Montisola, dove amici e parenti sono pronti a riabbracciarli.

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