Rieti, operazione Ares 118: nei guai
12 persone per peculato, truffa
e corruzione. Calabrese indagato:
«Sono estraneo». Ecco tutti i nomi

Carabinieri
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 31 Maggio 2017, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 21:42
RIETI - Operazione «Ares 118» dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale: denunciate 12 persone ritenute responsabili a vario titolo dei reati di abuso d’ufficio, concussione, corruzione, peculato, falso ideologico, truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture, accertando un danno erariale di oltre 4 milioni di euro.

Oggi, i carabinieri del nucleo investigativo hanno notificato un avviso di conclusioni indagini, emesso dal Gip del tribunale di Rieti nei confronti di 5 dirigenti dell’Ares e 7 rappresentanti legali delle principali associazioni di volontariato reatine, perchè ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di abuso d’ufficio, concussione, corruzione, peculato, falso ideologico, truffa ai danni dello stato e frode nelle pubbliche forniture.

CHI SONO GLI INDAGATI
Tra le persone raggiunte dagli avvisi c’è l’ex direttore della centrale operativa Ares 118 di Rieti, Alfonso Tesoriere, l’ex direttore amministrativo dell’Ares, l’attuale candidato sindaco di Rieti Giosué Calabrese e il presidente dell’associazione di volontariato «Croce Bianca Rieti», Giancarlo Di Vittorio.
Sono inoltre indagati anche Bruno Colio, nel 2014 facente funzione di direttore dell’Unità operativa dell’Ares di Rieti, Fabio Innocenzi, coordinatore della centrale operativa Ares di Rieti, Danilo Casciani nella qualità di co-gestore dell’associazione «Ambulanze Città di Rieti», Fabrizio Petrucci legale rappresentante del Consorzio servizi sanitari di Rieti, Riccardo Gabatel co-gestore di fatto della Croce verde di Collevecchio, nonché legale rappresentante della Cooperativa Sabina Onlus, Massimiliano Glandarelli in qualità di rappresentante legale della Croce verde di Collevecchio, Carlo Guadagnoli rappresentante legale dell’associazione Ambulanze Città di Rieti e il vicepresidente della stessa associazione, Marco Guadagnoli e, infine, Luciana Leonardi rappresentante della coop sociale «Euro 98 Rieti soccorso».

L'INCHIESTA
L’operazione ha avuto inizio nel maggio 2014, su delega della procura della repubblica di Rieti, a seguito di un esposto contenente la registrazione “in ambientale” di un colloquio fra l’allora direttore della centrale operativa Ares di Rieti e il presidente della “Croce bianca di Rieti”.

IL SISTEMA DELLE CONVENZIONI
Nel corso dell’incontro, il primo pretendeva il pagamento di una tangente di 30.000 euro per ottenere il rinnovo delle convezioni relative alle postazioni emergenziali 118 di Borgo San Pietro di Petrella Salto e Paganico Sabino. L’indagine, condotta dai militari non solo con l’utilizzo di strumenti di natura tecnica di intercettazione telefonica, ma anche per mezzo dei cosidetti “metodi tradizionali”, consentiva di accertare l’esistenza di un sistema corruttivo che vedeva coinvolte alcune delle principali associazioni di volontariato reatine.

Risultava inoltre che le prestazioni eseguite da tali associazioni, per le quali percepivano un lauto rimborso spese da parte della regione lazio, non erano conformi alle prescrizioni indicate nelle rispettive convenzioni, risultando difformi dai requisiti richiesti sia per quanto riguarda i mezzi utilizzati, che per il numerico o le qualifiche del personale impiegato, producendo pertanto un danno erariale superiore ai 4 milioni di euro nell’arco temporale relativo agli anni dal 2012 al 2014. In relazione al personale utilizzato si appurava inoltre che, in alcuni casi, lo stesso veniva assunto a tempo determinato per pochi mesi e poi licenziato, continuando di fatto a svolgere le proprie mansioni e percependo “in nero” la propria retribuzione.

CALABRESE: SONO ESTRANEO AI FATTI CONTESTATI
Tra gli indagati, per il reato di abuso di ufficio, c'è il candidato sindaco Giosué Calabrese che ha immediatamente diramato una nota stampa: «Desidero comunicare ai cittadini e alla stampa che questa mattina sono stato raggiunto da un avviso di garanzia per fatti risalenti all’anno 2013, relativi ad un presunto abuso d’ufficio che avrei commesso nelle mie funzioni di direttore amministrativo dell’Ares 118, per violazione di un regolamento interno.

Preciso che l’indagine in corso coinvolge altre persone per altre e diverse ipotesi di reato, rispetto alle quali il sottoscritto è completamente estraneo. Ritengo opportuno che i cittadini vengano a conoscenza in tempo utile di ogni notizia che riguardi i candidati, permettendogli di esprimere il consenso il consenso in un quadro di massima chiarezza e trasparenza.

Nel rispetto dei miei principi personali ed in coerenza con le idee che hanno ispirato la mia scelta di candidarmi a sindaco, ho deciso di comunicare tempestivamente alla città ed agli organi di informazione la notizia dell’avviso di garanzia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA