Alla pattuglia dei carabinieri accorsa a Castel di Tora, in questa ottica, andrebbe consegnata una medaglia d'oro.
I FATTI
Un pomeriggio d'estate. Caldo più di altri. Tra i vicoli del piccolo centro storico di Castel di Tora, gioca un gruppo di ragazzini. Non sono più di cinque, sei e hanno tutti un'età compresa tra i 5 e gli 8 anni. Risate, qualche grido di troppo. Le finestre sono aperte e i rumori si amplificano, con il caldo che fiacca la capacità di resistenza, in molti casi già ai minimi storici. Basta un attimo e il termometro della quieta paesana si sposta sulla «tempesta». In strada si materializza la figura di un omone di 55 anni. Calzoni, canottiera e un grosso coltello di cucina nella mano destra. Lo tiene all'altezza del fianco. Non vuole bucare nessun pallone, né lo agita contro nessuno. Ma il tono della voce e la parole che proferisce incutono più terrore della lama. Arrivano fino alle orecchie di un padre che, capita la situazione, si catapulta in strada. Cerca di riportare immediatamente la calma, intuendo la pericolosa piega che la situazione potrebbe prendere. E' un tentativo vano. L'uomo in canottiere, trovandosi di fronte un adulto, moltiplica la sua ira e il coltello dal fianco si alza fino al livello del torace. Sono attimi concitati. Il padre si guarda intorno, con lo sguardo raduna i ragazzini e si fionda verso il portone della propria abitazione. Lo apre, fa entrare i bambini e si chiude l'uscio alle spalle con la velocità di un centometrista. Fuori si scatena l'inferno. Pugni, calci, coltellate alla porta e minacce di morte. La chiamata ai carabinieri un passaggio obbligato, oltre che doveroso. I ragazzini sono spaventatissimi. Il padre quanto loro. La pattuglia arriva quasi di volata. In tempo, comunque, per fermare l'uomo. Seguono quasi due ore di botta e riposta e una lunga quanto certosina opera psicologica per convincere l'uomo a consegnare il coltellaccio di cucina e a seguire i due coraggiosi e valenti militari in caserma. In serata verrà condotto al de Lellis per un trattamento sanitario obbligatorio. I bimbi torneranno a giocare in strada. Forse, non più in orario di pennichella pomeridiana.
Ma le segnalazioni di liti, come detto in apertura, in questi ultimi due mesi si sono moltiplicate. Almeno una la giorno.I rumori al momento del riposo, la musica troppo alta del vicino di casa o della festa di paese o di una serata di divertimento, il condomino di là dal pianerottolo che ha il volume della tv troppo alto di sera e via dicendo o i ragazzi che di notte stanno in strada di sotto e sembra non vogliano andare a dormire mai: situazioni dall'ordine del giorno, tanto che l'emergenza «ordinaria» delle forze dell'ordine subisce una brusca virata sul tema delle liti condominiali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA