Terremoto un anno dopo, ad Amatrice veglia e fiaccolata per le vittime

Il vescovo Pompili
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Giovedì 24 Agosto 2017, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 13:51

«Amatrice rinascerà» ma «è bene che conservi perfino le ferite, perché da quelle le future generazioni apprenderanno che la città, più che dalle sue mura e dalle sue vie, è fatta dall'ingegno e dalla passione di chi la edifica». Lo ha sottolineato il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili nell'omelia della messa a un anno dalla prima scossa di terremoto che ha colpito l'Italia centrale. «Lasciamoci ispirare dal cielo che ci circonda - ha proseguito mons. Pompili - e invita ad allargare l'orizzonte, ad alzare lo sguardo rispetto alle nostre preoccupazioni immediate e ai nostri pregiudizi istintivi. Allora ci sorprenderemo a vivere, tra qualche anno, in un contesto che credevamo di conoscere, ma non aveva ancora svelato tutta la sua bellezza. Non basta nascere, bisogna imparare a rinascere. Questa è la fede. Ma anche la ricostruzione che verrà, se verrà».
 

 


«Ricostruire è possibile» se si evitano «frasi fatte» del tipo «ricostruiremo com'era, dov'era». La ricostruzione, ha aggiunto, è «falsa quando procediamo alla giornata, senza sapere dove andare. Mi chiedo: siamo forse in attesa che l'oblio scenda sulla nostra generazione per lasciare ai nostri figli il compito di cavarsela, magari altrove? Rinviare non paga mai. Neanche in politica, perché il tempo è una variabile decisiva».

Presente anche il presidente del Consiglio Gentiloni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato una corona in occasione della cerimonia eucaristica. Alla commemorazione ha partecipato anche la sindaca di Roma Virginia Raggi. «Abbiamo raccolto circa 300mila euro e ci sono dei progetti per Amatrice. Lo ha detto il sindaco Virginia raggia ad Amatrice», ha detto Raggi.


«Il grave ritardo è sullo smaltimento e sulla rimozione delle macerie - ha spiegato a Rai News 24 il sindaco di Amatrice Servio Pirozzi - Lì la responsabilità è chiara ed è dell'assessore della Regione Lazio che ha perso qualche mese, perché non è entrato nella zona rossa del dolore di questa comunità. In un tempo di pace due mesi, due mesi e mezzo di ritardo sono la prassi, in una guerra, come è stata questa, rappresenta la differenza tra la vita e la morte psicologica delle persone. Secondo me il grosso sbaglio è stato fatto lì». 




Con una fiaccolata culminata con 249 rintocchi di campana, il numero delle vittime di Amatrice e Accumuli, sono iniziate questa notte le celebrazioni ad un anno esatto dal sisma che ha devastato una buona parte dell'Italia centrale il 24 agosto del 2016. Preceduta da una lettura delle biografie delle vittime, colma di commozione, la fiaccolata ha costeggiato la zona rossa di Amatrice, muovendo da piazza Sagnotti al parco don Minozzi. Qui sono stati suonati i 249 rintocchi e si è tenuta una veglia di preghiera celebrata dal vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, con i familiari delle vittime. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha quindi scoperto un monumento eretto al parco don Minozzi in ricordo dei morti.

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