Rieti, «Tsm, per i Comuni del Consorzio rischi finanziari concreti»

Terminillo in inverno
di Giacomo Cavoli
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Sabato 25 Luglio 2020, 00:50
RIETI - «Terminillo Stazione Montana? Un’iniziativa che comporta seri rischi finanziari e di default per i Comuni aderenti al Consorzio e che, in dieci anni, rischia di generare uno sbilancio finanziario di 40 milioni di euro». È tranchant la contro-analisi del business plan del Tsm redatta da Fabio Belli, prima funzionario dell’Iri, poi direttore pianificazione e controllo alla Rai e infine direttore finanziario di Rai Pubblicità, al quale il cartello ambientalista contrario al Tsm ha dato incarico di analizzare il business plan del progetto.

LE PREVISIONI
Belli parte dai dati riportati nel business plan allegato al Tsm dove, «stando a quanto dichiarato, il Tsm già nella stagione 2021/22 raggiungerebbe le 280mila presenze, superando del 40-50 per cento Ovindoli e Campo Felice e incrementando di 240mila unità rispetto alle stagioni storiche con neve. Genererebbe cassa per oltre 22 milioni di euro tra il 2020 e il 2025, una condizione che rende tecnicamente non necessario il contributo pubblico a fondo perduto e, sulla carta, esercita una forte attrazione di capitali privati. Il Tsm consuntiva 5 milioni già nel 2021, moltiplica per dieci i ricavi attuali, uguaglia Campo Felice, supera Ovindoli e nel 2025, doppia le due stazioni rivali, in linea con Roccaraso (quasi 9 milioni). Tutto questo nonostante lo stesso piano economico del Tsm giudichi l’infrastruttura fragile, inadeguata e di bassa qualità, non prevedendo investimenti specifici eppure postulandone uno sviluppo esponenziale, tale da fronteggiare da subito una domanda prevista dieci volte superiore a quella attuale».

Le criticità
Belli analizza i nodi critici del piano finanziario: «Il business plan andrebbe rivisto anche solo per tenere conto degli effetti della pandemia, perché le previsioni del Pil e del settore turistico sono di una pesante flessione - spiega. - Inoltre, nel mercato turistico degli sport invernali, la domanda attualmente è stabile, se non in flessione e l’eventuale crescita del Terminillo sposterebbe valore aggiunto da una regione all’altra. Se è credibile che la Regione sostenga il Tsm, questo non lo sarebbe più a livello di Stato centrale, che dovrebbe erogare aiuti statali per sostenere la competizione nella spartizione di un mercato che non cresce». E perché sarebbe un piano a rischio anche per i quattro Comuni di Micigliano, Leonessa, Rieti e Cantalice, nel caso entrassero nella gestione degli impianti? «Il Tsm incamera il contributo a fondo perduto di 20 milioni di euro e, nei dieci anni di investimento, genera circa 40 milioni di fabbisogno finanziario necessario per coprire investimenti e deficit della gestione - prosegue Belli. - Ma la dimensione del bacino di riferimento non sostiene l’ingresso di una realtà nuova delle dimensioni di Campo Felice e Ovindoli. L’analisi dei flussi economici finanziari evidenzia che il nuovo comprensorio non è in grado di sostenersi nel medio-lungo periodo, richiedendo continui interventi per finanziare gli investimenti e sostenere la gestione. Il Tsm prevede poi che la crescita avvenga principalmente a spese dei competitor presenti nel territorio circostante, che sono però collegati con le autostrade, mentre il Terminillo è isolato per un raggio di circa 20 chilometri». Uno scetticismo che, secondo Belli, aumenta guardando anche le presenze garantite dal Tsm: «Il target delle 280mila presenze stimate già al primo anno di attività, quando i nuovi impianti non saranno ancora disponibili, è incoerente con le dimensioni e le caratteristiche del mercato di riferimento - conclude il consulente finanziario. - Un obiettivo che, secondo il business plan, verrà raggiunto in soli 12 mesi è contrario alle più elementari leggi del marketing».
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