RIETI - A mettere d’accordo tutti è soltanto l’abbondante metro di neve accumulato alla fine della nevicata di lunedì. Sul resto, Terminillo è diviso a metà, tra la felicità per l’attesa dell’apertura degli impianti di risalita e lo scenario assurdo, paradossale che sta investendo le piste di sci di fondo.
Il pressing. Lungo le piste da discesa, la concreta speranza che la seggiovia biposto “Carbonaie” e la quadriposto “Prati delle Carbonaie - Terminilluccio” possano finalmente entrare in funzione in tempo utile per il fine settimana è testimoniata dalla stessa Asm. A partire da sabato scorso, in funzione c’è soltanto il tappeto Togo, che ha garantito un buon afflusso di persone nel weekend - soprattutto bambini e principianti - ma che non può certo competere con l’appeal generato da due impianti di risalita in funzione: a suo modo, tuttavia, il tappeto ha consentito alla scuola sci di sostenere le lezioni anche nei primi giorni della settimana, rimettendo in moto un poco d’economia. Ora però si tratta di chiudere il cerchio: all’appello manca la ratifica, da parte della Regione Lazio, della nomina del direttore d’esercizio degli impianti del Terminillo, che Asm avrebbe sperato di avere in mano già venerdì scorso, per scongiurare la chiusura della biposto. Così non è stato e a partire da lunedì è quindi ripreso il pressing sulla Regione da parte sia della municipalizzata che del Comune di Rieti: «La firma da parte della Regione dovrebbe arrivare entro domani (oggi, ndr.) - spiega il presidente di Asm, Vincenzo Regnini. - Stamane (ieri, ndr.) il sindaco Daniele Sinibaldi ha interloquito con la Regione ed abbiamo ricevuto assicurazioni in tal senso. Non appena tutto sarà sistemato, comunicheremo l’apertura delle due seggiovie e la fruibilità delle relative piste».
Il blocco. A tenere inchiodate le piste da fondo all’assurdità di non poterle utilizzare è invece un guasto al mezzo battipista di proprietà della Provincia di Rieti che, da sabato, impedisce di poter rendere fruibili i circa venti chilometri delle piste dei Cinque Confini, dei Tre Faggi, della Malga e dei Fonte Porcini. Dopo la tempesta di vento di venerdì notte, è bastato il tentativo di battere le piste messo in atto sabato mattina per far fermare il mezzo dopo appena due chilometri e mezzo: poi è arrivata la nuova neve di lunedì e così quella che doveva essere una partenza sprint si è trasformata in uno degli scenari peggiori - e più assurdi - che si sarebbe potuti immaginare. Dopo la ricognizione del guasto di lunedì, ieri era previsto un nuovo intervento per la riparazione del mezzo, ma tutto si è concluso in un nulla di fatto. E i maestri dello sci di fondo non sanno più a che santo votarsi: «Sono due anni che il mezzo battipista necessita di manutenzione», aveva denunciato lunedì a Il Messaggero il maestro Matteo Monaco, che ieri è tornato ad attaccare: «Nel corso di questo fine settimana, si sarebbe potuto iniziare a lavorare anche con gli alunni delle scuole reatine e invece siamo diventati vittime di un danno economico e di immagine».
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