Rieti, «Terminillo, accessi da programmare»

Terminillo
di Emanuele Laurenzi
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Martedì 31 Gennaio 2023, 00:10

RIETI - Pianificazione e programmazione, con l’ipotesi degli accessi regolamentati per le auto. Sono le azioni che servono per salvare il Terminillo, dopo l’ennesima domenica da “tutto esaurito” che si è trasformata nell’ennesima domenica da “tutto nel caos”. Mancano parcheggi, spazi, forze dell’ordine a regolare il flusso dei veicoli e, così, si finisce per sbattere contro un paradosso: senza neve la montagna muore perché non attrae, con la neve la montagna muore lo stesso perché attrae troppo, ma non si riesce a gestire la situazione. Comunque vada è un insuccesso, ma le soluzioni ci sono: programmare gli accessi, prevedere una sorta di numero chiuso, anche bloccando le auto già a Vazia, offrendo trasporti alternativi. Un’ipotesi in linea anche con la sostenibilità ambientale e che non sarebbe vista male neanche dagli operatori della montagna reatina, con il presidente di Federalberghi Rieti, Michele Casadei, che ha offerto una sua chiave di lettura sul pienone dello scorso fine settimana e ha proposto soluzioni.

Problemi antichi. La mancanza di parcheggi al Terminillo non si scopre certo nel 2023 e da decenni si ipotizzano soluzioni.

L’idea di un parcheggio multipiano affonda le sue radici negli anni ‘80 e ‘90, in cui si sciava ancora su più piste tra Terminilluccio est, Cardito nord e sud, Carbonaie, Giusti, Cinzano, Togo e Conetto. I fine settimana erano segnati dalle lunghe code sulla statale 4 bis e, da allora, nulla sembra essere cambiato. Domenica scorsa, come raccontato da Il Messaggero, c’è stato un vero e proprio assalto di turisti con risultati pessimi: dalle 10 si sono moltiplicati gli ingorghi, con auto parcheggiate in tripla fila e centinaia di persone bloccate sulla strada. Un danno per l’immagine della montagna, ma anche una perdita economica in prospettiva: ci si chiede quanti saranno disponibili a tornare.

Successo annunciato. Eppure quella di domenica era la cronaca di un successo annunciato. «È stato così un po’ in tutto l’Appennino», ha confermato Casadei, aggiungendo: «In alcune località abruzzesi ci sono stati chilometri di code. Tutto è dipeso da una serie di contingenze: l’arrivo della neve, l’avvio della stagione sull’Appennino e la voglia di sciare. Nelle zone vicine a Roma era tutto pieno». Un pienone che si è esteso anche alle strutture alberghiere della montagna. Vista la situazione, possibile non si possa fare un piano per evitare problemi? «Va programmato l’accesso - conferma Casadei - con pattuglie già a Vazia e a Lisciano. Con il paese pieno ci deve essere lo stop, lasciando passare solo chi ha prenotato o ha una casa e, per gli altri, si deve prevedere una navetta ad alta frequenza. Tutto questo migliorerebbe anche la vivibilità e la percezione del Terminillo». Un’idea sicuramente all’avanguardia, un primo passo dopo tanti anni di immobilismo. Un piano che andrebbe accompagnato anche dal supporto delle forze dell’ordine, che domenica hanno sofferto nella gestione dei grandi afflussi. «Le pattuglie che sono presenti al Terminillo hanno agito perfettamente - conclude Casadei - e sono stati tutti bravi in una giornata di grande afflusso. Sono uomini e non potevano certo fare miracoli. Giornate come queste vanno gestite come si gestiscono i grandi eventi: va fatto un piano di sicurezza interforze, coordinato dalla Prefettura, che preveda l’arrivo di più risorse per gestire la situazione». Le idee non mancano, così come non manca la disponibilità degli operatori. Sta ora alla politica lavorare per rendere finalmente il Terminillo sempre fruibile e attrattivo.

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