RIETI - Che fine hanno fatto le 152 firme raccolte dagli abitanti della frazione di Vazia e inviate a Prefettura e Comune di Rieti per chiedere l’installazione di dissuasori di velocità lungo via del Terminillo, insieme all’illuminazione di tutti gli attraversamenti pedonali? Se lo domanda Eligio Patacchiola, ex presidente della 3^ Circoscrizione ed ex consigliere dei Beni Civici di Vazia, tre settimane dopo la pubblicazione da parte de Il Messaggero della lettera con la quale lo storico abitante della frazione denunciava le situazioni di pericolo quotidianamente vissute da chi vive a Vazia, tra macchine che lungo il rettilineo della Terminillese sfrecciano a velocità da autodromo nei pressi del centro urbano (nonostante la segnaletica presente stabilisca limiti di 50 chilometri orari) e l’immancabile sosta delle auto su un lato della carreggiata e su entrambi i lati, che costringe spesso gli automobilisti a frenare bruscamente per cedere il passo ai veicoli che procedono in senso opposto, mettendo continuamente a repentaglio l’incolumità fisica di passanti e ciclisti.
La richiesta
«La messa in sicurezza della Terminillese appare come l’araba fenice - torna ad attaccare Patacchiola. - Una strada che sembra una sorta di confine di Stato, dove si fermano gli interventi sia a livello di decoro urbano che di manutenzione.