Il giallo di Silvia Cipriani: traccia di sangue sulla camicia

Silvia Cipriani, la Fiat Palio, Valerio Cipriani
di Emanuele Faraone
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Venerdì 2 Dicembre 2022, 00:10

RIETI - Una traccia ematica all'altezza dell'ombelio sulla camicetta di Silvia Cipriani. E’ uno dei nuovi e rilevanti elementi che sarebbero emersi in relazione agli esami scientifici in corso sui reperti sottoposti ad accertamenti tecnico-scientifici. Il 21 luglio, giorno, dal quale inizia il buio sulla sorte dell’ex postina in pensione, la donna indossava una camicetta a maniche corte, di colore marrone, a fiorellini. La stessa che poi è stata repertata e sottoposta ad esami di laboratorio. Quel capo di abbigliamento, circostanza molto singolare e difficilmente comprensibile, è stato ritrovato praticamente intatto. Umido e bagnato ma, di fatto, “illibato” mentre, al contrario, la sua canottiera intima è stata ritrovata appallottolata come un gomitolo.

La novità. Ora, tra le novità, ci sarebbe l’individuazione e l’isolamento, sul tessuto della camicetta marrone a fiorellini, di una traccia ematica che ora sarà attentamente analizzata attraverso approfondite analisi forensi per valutarne la morfologia, la sua localizzazione e altri aspetti che potranno fornire ulteriori elementi utili agli inquirenti.
Sotto esame come la gravità - cui anche una goccia di sangue è sottoposta – abbia orientato la macchia di sangue nonché una sorta di esame “balistico” per determinare la direzione prevalente della traccia.

Da questa macchia ematica potrebbero arrivare alcune risposte importanti. Un rinvenimento che tinge di un giallo sempre più intenso il mistero sulla scomparsa e sulla morte dell’ex portalettere e, in particolare, delle ore immediatamente antecedenti alla sua morte, facendo venire a galla numerosi interrogativi ai quali rimane comunque difficile dare una risposta certa o, quanto meno, plausibile. 

Il ritrovamento. La camicetta, qualora fosse stata indossata dalla donna al momento del decesso, è di fatto impossibile che poi venga rinvenuta intatta considerando che i resti ossei della 77enne reatina, scomparsa da luglio, saranno ritrovati sparsi anche a distanza tra loro di centinaia di metri, trascinati da animali e fauna selvatica. In quei giorni era davvero molto caldo, un caldo torrido con temperature elevate: Silvia, dopo essersi trovata in panne nei boschi di Scrocco di Montenero Sabino e poi impossibilitata a tornare indietro, in preda all’agitazione e alla paura con il caldo di quelle giornate, potrebbe essersi tolta di dosso quella camicetta lasciandola a terra ai suoi piedi? 

Le ipotesi. In effetti solo ipotizzando una circostanza analoga o similare potrebbe spiegarsi il motivo di quel capo rimasto praticamente intatto magari non avvicinato poi dagli animali a causa della presenza dell’odore umano. Al contrario, se fosse stato indossato, avrebbe sicuramente riportato i segni degli assalti e degli attacchi della fauna selvatica. Si rimane sempre e comunque nel campo delle ipotesi, magari anche suggestive, ma ciò a riprova - qualora ce ne fosse bisogno - che il giallo legato a Silvia Cipriani rimane un mistero ancora fitto e, di fatto, giunto a un binario morto almeno per quanto riguarda le attività investigative tradizionali, dispiegate a tutto campo e a 360 gradi dagli inquirenti a partire dal mese di luglio. 
Ricostruzioni, testimonianze, interrogatori, audizioni di vari soggetti ascoltati a sommarie informazioni testimoniali non hanno portato a nulla di concreto.

Le piste. Adesso, semmai dovesse esserci una svolta all’inchiesta della Procura di Rieti (pubblico ministero Lorenzo Francia), arriverà certamente dagli esiti degli accertamenti tecnico-scientifici in corso. Qualora non si evidenziassero anomalie e incongruenze oppure palesi elementi indiziari o di colpevolezza a carico di soggetti attenzionati o estranei, l’inchiesta sarebbe destinata ad essere archiviata.

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