Il giallo di Silvia Cipriani: scattano prelievi del dna a raffica
Il video dell'intervista agli avvocati del nipote Valerio

Gli avvocati Orsini e Conti
di Emanuele Faraone
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Giovedì 3 Novembre 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 15:49

RIETI - Il mistero di Silvia Cipriani: ieri il giorno del nipote Valerio giunto in questura con la moglie Tamara per il prelievo del dna e il rilevamento delle impronte digitali. La coppia, su richiesta degli inquirenti, si è spontaneamente sottoposta agli esami con l’unico obiettivo di conoscere la verità su quanto accaduto alla zia. Il 42enne nipote, con la moglie, sono giunti a palazzo di Largo Graziosi nel primo pomeriggio uscendo dopo circa tre ore. Ieri sono stati effettuati gli stessi rilievi anche nei confronti di Bruno Cingolani, il cercatore di funghi che ritrovò a settembre la Fiat Palio dell’ex portalettere in pensione nei boschi di Montenero Sabino.

Indagini frenetiche. Sono giorni frenetici per gli investigatori della Mobile di Rieti che, evidentemente, hanno in mano elementi con cui comparare dna e impronte digitali già prelevati a zio Leonino e al cugino Francesco.

Domani invece raggiungerà la questura di Rieti il meccanico che venne chiamato dal cliente fungarolo, rimasto in panne, per essere soccorso a Montenero. 

Sfilano dunque tutte le possibili persone la cui presenza si è attestata nella tenuta di Cerchiara, nella casa reatina della Cipriani in via delle Orchidee e nella Fiat Palio rinvenuta nei boschi impervi di Scrocco. E’ il momento dei confronti e delle comparazioni sia per escludere la partecipazione di determinati soggetti sia per valutarne, al contrario, la presenza. Elementi discriminanti e dirimenti per le indagini che sembrano arrivare alla stretta finale. Sull’inchiesta c’è il massimo riserbo tanto che la questura tiene lontani giornalisti e telecamere, addirittura transennando l’area antistante l’ingresso. I protagonisti arrivano e vanno via in auto passando lateralmente, inavvicinabili.

Gli avvocati. «Valerio e Tamara hanno dato la loro disponibilità acconsentendo al prelievo del dna e delle impronte digitali – ha spiegato l’avvocato Domenico Orsini, uno dei legali con l’avvocato Luca Conti di fiducia di Valerio – non sono stati ascoltati a sommarie informazioni dagli inquirenti ma qualora ciò venisse richiesto c’è la massima disponibilità a collaborare in quanto il loro unico interesse è sapere e conoscere la verità su quanto accaduto alla zia. Anche Tamara ha effettuato i prelievi in quanto si vogliono acquisire tutti i dati dattiloscopici di ogni persona che ha frequentato quei determinati luoghi. Ciò anche al fine di individuare persone estranee che potrebbero così aprire nuovi scenari investigativi». Si va dunque alla conta della cerchia di persone che frequentavano Silvia e che avevano avuto accesso alle abitazioni e, ovviamente anche all’auto.

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«Tamara e Valerio sono serenissimi - chiarisce Luca Conti, avvocato di fiducia dell’indagato - stanno solo vivendo una situazione critica. Dolorosa per la morte della zia, per quel ritrovamento nel bosco e la pressione mediatica che vivono». Nessuna ipotesi privilegiata su quanto accaduto: «Valerio non ha un’idea certa – prosegue Conti - come del resto tutti noi. Le circostanze del ritrovamento del veicolo lasciano spazio a più ipotesi sulle quali si indaga». 
Il cercatore di funghi invece, il primo ad avvistare la Fiat Palio nel bosco un’idea se l’è fatta: «Sono stato convocato dalla questura per le impronte digitali – spiega assalito dalle telecamere - sono sicuro di non aver toccato l’auto all’interno, non ricordo se invece l’abbia fatto esternamente. La mia opinione è che l’auto sia stata portata lì da qualcuno, non credo che una persona da sola in quel luogo ce la potesse fare, ci sono chilometri da percorrere». Domani saranno acquisite le impronte e il dna del meccanico. Un altro personaggio che va ad aggiungersi alla lista stilata dagli inquirenti e con le indagini alle battute finali non si esclude la possibilità che a breve possano essere formalizzato un secondo avviso di garanzia.

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