RIETI - Ambito Territoriale Ottimale, Ato 3, Aps. Termini ben noti ai residenti della provincia di Rieti che da poco hanno visto chiudersi un’estate tra le più terribili in tema di acqua pubblica. Per giorni, fino anche settimane, tante famiglie hanno dovuto vivere in emergenza e ci si domanda ora se il peggio sia passato o se non sia il caso di invertire, la rotta. Ma come? Lo abbiamo chiesto a quattro rappresentanti a vario titolo di questa partita: il presidente della Provincia, Mariano Calisse, coordinatore dell’Ato 3 “Lazio Centrale Rieti”, che comprende la totalità del territorio della Provincia di Rieti con i suoi 73 comuni e 8 comuni della provincia di Roma; Maurizio Turina, presidente di Aps, società partecipata che gestisce il servizio, Filippo Bellini dell’associazione Farfa Sorgente, e Stefano Magini, ex presidendente di Ato 5 che lavora ad una petizione popolare per proporre la tariffazione unica regionale.
I percorsi. Diritto all’acqua per tutti, incluse le fasce più deboli, necessità di investimenti e tutela dell’ambiente. Quali strategie per il futuro per coniugare i tre elementi e garantire un pari accesso su tutto il territorio?. “E' un dato di fatto che si tratta di un servizio che costa - osserva Calisse. - Dal bisogno primario di investire su reti vetuste la risposta è arrivata l’8 settembre quando Ato 2 ha votato all’unanimità la mia proposta che chiedeva la possibilità di usufruire dei 7milioni e mezzo dell’interferenza d’ambito anche per investimenti sulla rete idrica che potessero restare fuori dal calcolo delle tariffe. La proposta è passata, quindi Ato 3 avrà a disposizione 7milioni e mezzo di euro all’anno per 30 anni per fare investimenti su tutto il territorio. Si tratta di un grande risultato. Non portando gli investimenti in tariffa si potrà: pensare al nuovo piano tariffario, aumentare gli sgravi per le fasce più deboli e aumentare i servizi non a pagamento. Garantire pari accesso su tutto il territorio ora è la sfida”. “In un territorio pur ricco d'acqua come la Sabina - dice Bellini - ci sono state autobotti e tariffe sempre più alte, che limitano l’accesso ad un diritto fondamentale senza garantire investimenti adeguati a ridurre le perdite (45%) dagli acquedotti.
“Aps - dice Turina - esprime il classico modello di green economy attraverso il quale vengono garantiti, nell’erogazione del servizio, la tutela dell’ambiente e il rispetto della qualità tecnica e contrattuale imposta dall’Autorità Nazionale. Per Aps coniugare il sociale, gli investimenti e la tutela ambientale significa strutturare un sistema idrico integrato che sia modello di economia circolare d'eccellenza. Un modello che stiamo già costruendo attraverso un piano di investimenti di 60milioni di euro che peserà solo per un terzo sulla tariffa. Particolare attenzione è riservata al sistema della depurazione, al miglioramento della sostenibilità sociale del servizio e al miglioramento dei tempi di risposta alle esigenze dei cittadini. Stiamo elaborando un modello innovativo e performante in un territorio che oggi esprime tariffe di molto al di sotto della media nazionale e regionale”.