Rieti, sedicenne marocchina picchiata dai genitori con una sedia e rinchiusa nel bagagliaio dell'auto

Carabinieri
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Mercoledì 4 Aprile 2018, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 15:06
Sedicenne picchiata dalla famiglia perché considerata ribelle. I carabinieri la soccorrono e denunciano tre persone per maltrattamenti in famiglia. Loro si difendono “aveva delle sigarette, voleva uscire per la Pasquetta”.

Tutto è successo durante la giornata di Pasquetta. Una giovane poco più che sedicenne, di origine marocchina ma residente da anni nella provincia reatina con la sua famiglia, una volta rientrata a casa, è stata violentemente affrontata dalla madre perché trovata in possesso di un semplicissimo pacchetto di sigarette. A scatenare l’ira della donna era stata anche la precedente richiesta della figlia di poter passare la serata del giorno di Pasquetta fuori con delle amiche coetanee. Dopo essere stata ripetutamente picchiata dalla donna e addirittura colpita con una sedia, la giovane riusciva a scappare dall’abitazione per rifugiarsi nel centro del piccolo comune di residenza, ove avrebbe trascorso la notte all’aperto. Tuttavia il padre e il fratello, allertati dalla madre e senza avvertire le forze di polizia, si ponevano alla sua ricerca, riuscendo a trovarla alle prime ore del mattino. Una volta bloccata, i due uomini la picchiavano nuovamente in mezzo alla strada e, al fine di riportarla a casa, la rinchiudevano all’interno del portabagagli del loro veicolo.

Durante il breve tragitto però, la ragazzina, temendo il peggio, riusciva a chiamare i carabinieri con il proprio telefonino dall’interno del baule, descrivendo tra urla e pianti la propria situazione, senza però fornire le proprie generalità e soprattutto il luogo ove era diretta. I militari dell’arma, grazie alla localizzazione del cellulare utilizzato dalla giovane, riuscivano nei minuti successivi a individuare la sua abitazione, intervenendovi immediatamente e rinvenendo la giovane, all’interno di un bagno, in preda al panico e visibilmente malconcia.

I militari attivavano immediatamente sia i servizi sociali del comune, che disponevano il suo immediato allontanamento dalla famiglia di origine, che il personale medico del 118 che riscontrava sulla giovane varie lesioni alla testa e ad una mano e la giudicava guaribile in 7 giorni. Dopo aver passato la nottata con i carabinieri, la sedicenne veniva portata presso una struttura protetta lontana dalla propria famiglia, mentre tutti i suoi stretti familiari (padre, madre e fratello maggiorenne), venivano denunciati in stato di libertà, dalla locale stazione carabinieri, alla procura della repubblica al il tribunale di Rieti, perché ritenuti colpevoli del reato di abuso dei mezzi di correzione e disciplina, previsto e punito dall’art. 571 del c.p.
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