La scuola è aperta per Francesco, il ragazzo affetto da mutismo selettivo evita la Dad

La scuola è aperta per Francesco, il ragazzo affetto da mutismo selettivo evita la Dad
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 28 Novembre 2020, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 09:46

RIETI - A 15 anni, nella maggioranza dei casi, la possibilità di stare seduti alla propria scrivania e seguire le lezioni da tablet, computer e smartphone, almeno all’inizio, ha il sapore della vacanza. Francesco (il nome è di fantasia, ma la storia è di una bella verità) ama invece passeggiare nel cortile durante la ricreazione, comprare da solo la merenda al bar della scuola e scrivere bigliettini alle poche persone di cui ha scelto di fidarsi.

Per Francesco, studente 15enne dell’istituto Aldo Moro di Passo Corese affetto da mutismo selettivo, la didattica a distanza significa rendere definitivamente impenetrabile la bolla in cui vive. Durante il lockdown è stato un incubo e dal 3 novembre, quando i plessi hanno nuovamente chiuso i battenti per essere frequentati da remoto, a «salvare» Francesco è stata proprio la sua scuola: rimasta aperta per lui.

I docenti e il dirigente scolastico Giovanni Luca Barbonetti hanno studiato ogni riga del Dpcm e delle ordinanze ministeriali per cercare una soluzione. Trovata anche grazie agli studenti che hanno accolto con entusiasmo la proposta di creare delle mini classi per permettere a Francesco di continuare a frequentare le lezioni in presenza.


«Francesco – raccontano i docenti - ha iniziato a frequentare l’Aldo Moro lo scorso anno. Il suo inserimento è stato difficile ma a poco a poco, è riuscito a stabilire relazioni con la classe e con i docenti, familiarizzando con l’ambiente scolastico. Comunica poco, a volte fa uso di bigliettini o sms e lascia che ad attraversare la sua cortina di silenzio siano pochissime persone.

Nei primi mesi dello scorso anno, ha percepito che la comunità scolastica lo accettava, lo apprezzava rispettando i suoi tempi. All’improvviso, però, è arrivato il lockdown e la chiusura della scuola. Francesco che non parla, se non in rare occasioni, si rifiutava di partecipare alle video lezioni, non voleva vedere i suoi compagni sullo schermo e neanche ascoltare i loro messaggi audio. Sono stati momenti difficilissimi per lui e per la sua famiglia».

A settembre il ritorno a scuola non è stato semplice, ma Francesco aveva recuperato pezzetti di quotidianità. Fino al ritorno della tanto odiata Dad. «Stavolta però – spiegano i professori - insieme alla famiglia abbiamo potuto fare qualcosa perché il Dpcm e la seguente nota ministeriale, hanno lasciato uno spiraglio: salute, istruzione e inclusione non sono in contrasto tra di loro. Le docenti di sostegno e il consiglio di classe hanno subito segnalato il caso al dirigente scolastico. Dopo una consultazione con il gruppo di lavoro sull’inclusione e con i referenti Covid, ecco che Francesco è potuto tornare a frequentare le aule e i laboratori in alcuni giorni della settimana, in presenza di un numero ristretto di compagni di classe, entusiasti di tornare a scuola, seppure a rotazione e nel rigoroso rispetto dei protocolli Covid».

Una vittoria e neanche piccola. «E’ la dimostrazione - commenta il preside Barbonetti - che la scuola, in qualità di servizio essenziale, può e deve fare la sua parte per garantire il diritto alla salute in primis, ma anche quello all’inclusione e all’istruzione». 

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