Rieti, scuola: servono fondi e ricerca degli spazi per il distanziamento

Il vertice
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 2 Luglio 2020, 07:05
RIETI - È la verifica degli spazi disponibili e del loro adeguamento, il minimo comun denominatore della linea d’azione che l’intera scuola reatina dovrà seguire nelle prossime settimane per rispettare le norme antiCovid. Dopo il primo incontro organizzato martedì dalla Provincia con gli istituti superiori, ieri a stretto giro è arrivato anche quello promosso dal Comune di Rieti insieme alle dirigenti scolastiche di scuole dell’infanzia, elementari e medie della città e delle frazioni comunali. A fronteggiare perplessità e dubbi del mondo scuola arrivano l’assessore ai Lavori pubblici, Antonio Emili, e ai Servizi sociali, Giovanna Palomba, la consigliera comunale con delega alla Scuola, Letizia Rosati, il funzionario dell’edilizia scolastica comunale, Stefano Scanzani, e i gestori dei servizi mensa e del trasporto scolastico.

Le criticità
Gli esiti della discussione sulle scuole comunali sono sostanzialmente gli stessi di quella sugli istituti superiori: «Il Comune si è accreditato presso il Miur per la richiesta di un finanziamento di circa 220mila euro - ribadisce Emili, come già spiegato a Il Messaggero lunedì scorso. - Aspettiamo di conoscere i reali fabbisogni delle scuole per indirizzare l’impiego dei fondi sulla riqualificazione degli spazi e garantire così il distanziamento degli alunni. Non appena avremo i fondi stileremo un elenco delle necessità: ci sono classi che necessitano di una revisione dello spazio, ma suggerisco innanzitutto di guardare alla disponibilità di ogni superficie presente all’interno dei singoli istituti, così da prospettare, come ultima spiaggia, l’ipotesi della delocalizzazione». «Il 7 luglio il Miur ci dirà se la nostra richiesta di fondi è stata accettata», aggiunge Scanzani, mentre la Rosati evidenzia la discrasia tra il numero degli alunni “esodati” nei nuovi spazi e il personale Ata necessario alla sorveglianza: «A molti non sfuggirà la situazione degli organici invariati rispetto allo scorso anno - commenta la Rosati. - Servirà trovare un punto di intersezione accettabile per garantire la giusta proporzione tra personale e alunni».

Le dirigenti
In due ore, è soprattutto la Palomba a fare da raccordo tra le esigenze e i dubbi delle scuole («La classe può restare inalterata nel numero, se la capienza delle aule lo consente», rassicura la Palomba), mentre a gettarsi nella mischia sono in particolare le dirigenti scolastiche Mirella Galluzzi (Marconi-Sacchetti Sassetti), Paola Testa (Ricci e Alda Merini), Paola Giagnoli (Pascoli) e Mara Galli (Minervini-Sisti), insieme ai direttori dei Servizi generali e amministrativi e ai vicedirigenti scolastici. I problemi? C’è solo l’imbarazzo della scelta: dagli spazi per le mense («La turnazione degli orari della mensa ha costi che ricadono sulle famiglie o il Comune può assorbirli?») alle garanzie sull’utilizzo delle palestre («Il Comune deve sollevare le scuole dal rischio di contagio all’interno delle palestre lasciate alle società sportive, le quali devono certificare l’avvenuta sanificazione dopo l’uso degli ambienti»), passando per l’utilizzo degli spazi esterni («Si potrebbero installare delle strutture mobili per fare uscire i bambini», suggerisce Emili). E, ancora, l’immancabile rebus dei posti a sedere ridotti sugli autobus e, addirittura, una «lettera che il Comune invierà ai vigili del fuoco, per chiedere di potere derogare le scuole nell’uso degli spazi e delle strutture, secondo le loro necessità», conclude Scanzani.
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