Rieti, ritorno in classe a settembre ma al momento assenti docenti e certezze

Classe
di Samuele Annibaldi
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Domenica 5 Luglio 2020, 07:11
RIETI - L’anno scolastico 2020-2021, dopo il lockdown e in attesa di linee guida e disposizioni regionali, si annuncia con tante incognite. E i tempi stretti non aiutano. Un rischio concreto è che il primo settembre, tra supplenze e pensionamenti, molte cattedre resteranno vuote e i bambini senza maestra o professore. Un problema non nuovo, tanto che il ministero dell’Istruzione aveva annunciato il bando di quattro concorsi per poter mettere in classe i docenti necessari. Ma per settembre non si riuscirà a coprire neppure le cattedre lasciate dai docenti che andranno in pensione. «Il concorso che doveva essere il più rapido di tutti, quello straordinario riservato ai docenti non di ruolo con almeno tre anni di insegnamento - spiega Luciano Isceri, segretario provinciale dello Snals - aspetta ancora di conoscere il bando e presumibilmente, tra presentazione domande, istituzione commissioni, sedi e l’espletamento delle prove, riuscirà a produrre assunzioni soltanto verso fine anno. Il concorso ordinario a mio avviso prima del 2021 non sarà espletato». 
Con queste premesse impossibile pensare che a settembre cambi qualcosa rispetto agli anni passati con le scuole costrette le prime settimane a svolgere orari ridotti per mancanza di insegnanti. «Si attingerà per cercare di tamponare e colmare un minimo di posti, da ciò che resta dalle graduatorie del concorso 2018 che copriranno una minima parte dei bisogni in quanto sono in esaurimento - spiega Isceri - e con il ricorso ai mad, docenti precari o semplici laureati con determinati titoli che si mettono a disposizione, per coprire i vuoti in attesa del rinnovo delle graduatorie. Una sorta di staffetta tra precari, insomma». Sul discorso graduatorie poi, il sindacato è molto critico. Oggi viene infatti chiesto di rinnovarle, ma migliaia di docenti saranno costretti a fare una corsa contro il tempo per aggiornare le loro posizioni in tempi strettissimi. «Si stanno facendo salti mortali - dice Luciano Isceri - per supportare, come sindacato, i precari a muoversi e districarsi nei meandri di una burocrazia che non aiuta». 
In attesa di capire cosa prevederanno le direttive finali per la riapertura delle scuole che, nel Lazio sarà il 14 settembre, ci si interroga su cosa accadrà per chi deve recuperare debiti, come si potranno organizzare da parte dei Comuni i servizi a supporto (dal trasporto scolastico, alla mensa) se e come sarà il distanziamento richiesto e l’eventuale suddivisione e sdoppiamenti delle classi e se occorrerà intervenire anche sulle strutture e sulle aule stesse per adeguarle alle nuove disposizioni. Qualche incontro tra dirigenti scolastici e amministratori locali sta già partendo. Succede a Magliano Sabina come a Poggio Mirteto ma il tema è importante e non facile da affrontare per una nuova organizzazione in vista del nuovo anno scolastico, con una grande incognita che si chiama tempo. E col passare dei giorni e delle settimane la consapevolezza che ce n’è sempre di meno.
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