Rieti, giallo dell'ex postina: attese risposte dagli esami sull'auto. Incongruenze sui vestiti

La Fiat Palio
di Emanuele Faraone
3 Minuti di Lettura
Martedì 27 Dicembre 2022, 00:10

RIETI - Nessun elemento rilevante, né evidenze di interesse investigativo. Nessuna risultanza neanche rispetto a presunte tracce biologiche di origine ematica. Sostanzialmente senza esiti che possano addurre nuovi spunti d’indagine al giallo sulla scomparsa e sulla morte di Silvia Cipriani, gli esami di laboratorio effettuati presso il Polo Tuscolano di Genetica forense di Roma. Gli accertamenti tecnici forensi su suppellettili e oggetti - tra cui un cuscino da letto, spazzolino e pettine - repertati nelle due abitazioni in uso all’ex postina in pensione, quella di Rieti in via delle Orchidee e quella di Cerchiara, non hanno portato l’inchiesta della Procura di Rieti (pubblico ministero Lorenzo Francia) ad un punto di svolta, né a richiamare nuovi indizi o peculiarità che potessero fornire nuove risorse alle indagini delegate alla Squadra mobile della questura di Rieti.

I passaggi. Neanche le tracce biologiche prelevate dal personale della polizia scientifica dai pavimenti delle abitazioni tramite appositi stick hanno apportato nuovi elementi. Nella speranza di trovare una soluzione al giallo reatino, si era creata una certa attesa, anche da parte degli inquirenti, in relazione agli esiti dei riscontri tecnico-strumentali forensi, ma questo primo atto di accertamenti non ha, di fatto, portato nessuna novità.
Adesso - dando ormai per certa l’attribuzione alla 77enne dei resti ossei rinvenuti nei boschi di Scrocco di Montenero Sabino, i cui esiti saranno depositati verso la fine del prossimo mese di gennaio - ogni speranza di risolvere il misterioso rebus sulla sorte dell’ex portalettere è legato agli esami in corso d’opera sulle parti dell’auto della Cipriani - la Fiat Palio di colore grigio metallizzato - e su alcuni oggetti, tra cui una bottiglietta in plastica, repertati all’interno dell’abitacolo del veicolo dove - come aveva sottolineato il generale Luciano Garofano, consulente di parte della famiglia Cipriani - erano state campionate un gran numero di tracce biologiche.

L'andamento. In particolare, oggetto di approfonditi accertamenti, rimane il tettino rigido di copertura dell’automezzo. È questo, al momento, il fil rouge che sembra legare (e nello stesso tempo dividere) il giallo della morte di Silvia Cipriani dalla sua stessa soluzione. Qualora, anche in questa circostanza, si arrivasse ad un vicolo cieco, allora l’archiviazione del caso per incidente o comunque per cause di natura accidentale, sarebbe verosimilmente scontato.
È fuori dubbio, comunque, che sulla vicenda terrena dell’ex postina, permangano incongruenze, illogicità ed elementi contraddittori, soprattutto se posti in relazione con il ritrovamento dei suoi resti ossei scarnificati e sparsi nel bosco da animali selvatici. Quello di maggiore evidenza è legato al rinvenimento di alcuni indumenti lacerati e visibilmente strappati (come una canottiera) mentre altri (camicetta o intimo) praticamente intonsi.
Circostanza che risulterebbe quantomeno poco calzante, se non addirittura incompatibile, con un attacco da parte di cinghiali e fauna selvatica, oltretutto senza il rinvenimento di tracce ematiche. «Gli esiti degli accertamenti effettuati sugli oggetti in uso alla Cipriani - ha spiegato l’avvocato Domenico Orsini, uno dei legali del nipote Valerio, congiuntamente con l’avvocato Luca Conti - non hanno, di fatto, portato a riscontri di rilievo o di interesse investigativo.

Rimaniamo in attesa di quelli relativi alla Fiat Palio. Tuttavia, non mancano fondate motivazioni per ritenere la vicenda ancora avviluppata in circostanze di incongruità rispetto alla fattualità della vicenda, lasciando dunque il campo aperto a diverse tipologie di ipotesi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA