Rieti, il reatino Pezzotti festeggia
la promozione con la Samb
"Rieti sarà sempre la mia città"

Marco Pezzotti in maglia Samb
di Christian Diociaiuti
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Mercoledì 13 Aprile 2016, 00:09
RIETI - Se fai il calciatore anche abitare a due ore dalla tua città, fa diventare tutto più complicato. Ma se quel sacrificio viene ripagato da una promozione alla categoria superiore, beh, il gioco è valso la candela. È la storia breve di Marco Pezzotti, classe 1988, esterno ed ex giocatore del Rieti, che domenica ha festeggiato la promozione in Lega Pro con la Sambenedettese. Un avvio alla grande con Loris Beoni in panchina, apporto dalla panchina dall’arrivo di Ottavio Palladini: per Marco Pezzotti, che ha giocato anche nel Centro Italia e ne La Sabina, è stata una stagione a due volti ma assolutamente da ricordare. Finora sono sei le reti segnate con il rossoblù che fu anche di Giancarlo Petrangeli in B a metà anni ottanta, concittadino rincontrato proprio domenica in occasione della premiazione dell’ex giocatore sambenedettese. Pezzotti - che nella sua stagione marchigiana è anche diventato papà - in un’intervista a Il Messaggero parla del suo presente e del suo futuro e dei momenti rossoblù che più lo hanno segnato. Sì, perché c’è la promozione, ma anche le scuse dovute a margine di un derby (con una squadra ascolana…) e poi i rapporti con altri giocatori, l’esser diventato genitore (con la compagna Michela) e lo stare lontano da casa. Un’intervista a 360 gradi. Per mettersi a nudo, un po’ come si è presentato (è stata un’irruzione più che altro) in sala stampa con i compagni domenica scorsa: tutti in mutande, con la Coppa in mano per brindare alla Lega Pro.

Marco Pezzotti, un campionato di serie D vinto e conseguente promozione in Lega Pro: come si è sentito al triplice fischio con la Jesina?
“Al triplice fischio sinceramente non ci credevo, non sapevo dove andare, ho visto quella marea di gente venirmi incontro e ho iniziato a rendermi conto che avevamo fatto qualcosa di straordinario. Ho visto bambini, genitori, gente di tutte le età attorno a me e sentirmi ringraziare con le lacrime agli occhi, e tutto ciò mi riempie di orgoglio”.

Se dovesse riassumere la stagione come lo farebbe?
“La stagione la riassumerei con un termine: indimenticabile. Perché una cavalcata del genere con questo pubblico è un qualcosa che molto probabilmente non si ripeterà mai più e che sicuramente non dimenticherò mai”.

Prima parte del campionato più da titolare, poi importante apporto dalla panchina: come mai? Come ha vissuto tutto ciò?
“Per me è stato un campionato dalle due facce perché all'inizio ero impiegato sempre, poi con l'arrivo di Palladini ho giocato un pochino di meno da titolare però in una categoria dove c'è l'obbligo degli under ci sta. Il mister ha sempre creduto in me e ha dimostrato la sua fiducia facendomi comunque entrare sempre per dare quell'aiuto dalla panchina che è fondamentale per vincere i campionati, perché se non si hanno persone fuori che si fanno trovare sempre pronte è difficile raggiungere qualsiasi obiettivo. La gente ha apprezzato la mia disponibilità e la mia serietà in campo e fuori, questo non può che rendermi felice”.

A San Benedetto tanti reatini ed ex Rieti: come si sta in una piazza così?
“Devo dire la verità: siamo molti i reatini e molti gli ex e per questo a volte sembra di non essere mai andato via dallo Scopigno, spesso e volentieri si parla anche reatino. In una piazza del genere non puoi che vivere e stare bene, la gente ti riconosce per strada ti fa sentire come un giocatore di serie A e non può che far piacere tutto questo, se poi ci aggiungi che la città è davvero molto bella e viva e la tua famiglia sta benissimo allora non posso che dirvi che a San Benedetto si sta davvero bene”.

Quale è il compagno di squadra con cui ha il rapporto migliore, perché?
“Ho un bellissimo rapporto con tutti anche perché siamo tanti che ci conosciamo da almeno un anno, però devo dire la verità con tre in particolare ho un rapporto fantastico che va oltre il calcio: sono Mario Barone, Alessandro Sabatino e Leonardo Casavecchia. Abbiamo le case attaccate e spesso, anzi direi sempre, ci ritroviamo a pranzare e cenare insieme e devo dire che sono delle persone fantastiche e spero di poter giocare ancora con loro perché ragazzi così nel calcio è difficile incontrarne”.

Quale è stato il momento più bello e quello più brutto della stagione?
“Il momento più bello oltre a quello di domenica penso sia stato il primo gol in maglia rossoblù. Per di più il primo gol di questa stagione fantastica perché in tribuna c'era tutta la mia famiglia, ma soprattutto c'era la mia piccola Giulia e andare ad esultare lì da loro è stato davvero emozionante e non vedo l'ora di farlo vedere alla mia piccolina quando crescerà. Il momento più brutto è stato sicuramente quello delle due sconfitte casalinghe, soprattutto il derby col Monticelli, una squadra di Ascoli, dove abbiamo deluso la piazza che ci teneva molto. Lì abbiamo assaggiato la parte brutta di piazze così calde e devo dire che da capitano chiedere scusa alla città sia stato davvero difficile”.

Lei vive a San Benedetto, ma le manca Rieti?
“Ovviamente Rieti mi manca: lì ho lasciato i miei genitori, mio fratello e i miei amici le mie abitudini però come ho già detto San Benedetto è una città fantastica e così questa nostalgia è sicuramente minore. Quando ho la possibilità cerco sempre di tornare perche Rieti è e resterà per sempre la mia città”.

La paternità l’ha cambiata come persona?
“La paternità mi ha cambiato e non poco, adesso ho sicuramente più responsabilità e la mia vita é incentrata tutta sulla mia piccola Giulia la quale ha sicuramente contribuito alla mia serenità. Sul campo tutto ciò ha portato sicuramente a prestazioni migliori e quindi non posso che ringraziarla ed essere orgoglioso di ciò che sto portando avanti insieme a lei e alla mia compagna Michela, altra persona alla quale devo tutto”.

Adesso cosa farà? A cosa punta?
“Adesso sicuramente mi godrò i festeggiamenti che qui sono appena iniziati e che dureranno per tutta l'estate. Poi un po’ di mare insieme alla mia famiglia, dopodiché penseremo al futuro che spero sia qui a San Benedetto perché non ho mai avuto la possibilità di giocare in Lega Pro e spero quindi di misurarmici il prossimo anno con questi colori addosso”.
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