Le retribuzioni nel reatino, Paolucci: «Lavoratrici e lavoratori con salari più bassi della media regionale»

Alberto Paolucci
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Mercoledì 6 Luglio 2022, 15:15

RIETI - Si attestano a 14.763 euro le retribuzioni medie annue delle lavoratrici e dei lavoratori reatini nel 2021. Un valore molto inferiore alla media regionale, che sfiora quasi i 21mila euro (20.884) e al dato medio nazionale che si attesta sui 20.658 euro. Questo e altro emerge dall’approfondimento che la Uil di Rieti e Sabina romana con il supporto dell’istituto di ricerca Eures hanno realizzato focalizzandosi sui dipendenti del comparto privato, escluso il settore agricolo.

«Un dato che se confrontato con l’anno precedente - spiega il Segretario generale Alberto Paolucci - dà la misura di quanto le condizioni di migliaia di persone siano peggiorate in soli dodici mesi. In termini percentuali rispetto al 2020 le retribuzioni hanno registrato un calo del 9,1 per cento: in termini assoluti, nell’anno dell’esplosione della pandemia la media annua era infatti di 16.241 euro, ciò significa che nel 2021 mancano mediamente all’appello quasi 1500 euro».

Analizzando le fasce di età delle lavoratrici e dei lavoratori più giovani del nostro territorio, dall’approfondimento della Uil e dell’Eures emerge una difficile situazione per i ragazzi e le ragazze fino ai 24 anni, con una media annuale percepita nel 2021 di 7.778 euro, che su base mensile si traduce in circa 650 euro.

Va meglio alla fascia di età tra i 25 e i 34 anni, con una media annua di 12.875, ma pur sempre molto bassa se alziamo lo sguardo e paragoniamo questo dato alla media del Paese, che si attesta a 15.666 euro.

«I salari nel nostro Paese non crescono da quasi venti anni - conclude il segretario Paolucci - La nostra Confederazione a più riprese ha dimostrato come gli stipendi dei lavoratori italiani siano tra i più bassi d'Europa. Lo erano anche prima della pandemia e dell’attuale crisi internazionale. Certo è che il combinato disposto di questi due eventi ha fatto precipitare le cose. Uscirne non è semplice, ma il rischio che la crisi sociale dilaghi è dietro l’angolo. Servono interventi coraggiosi, perché il lavoro povero si sta espandendo a macchia d’olio. E questo è intollerabile».

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